Grazie ai dati dei satelliti europei, la soluzione al problema in Artide è questione di giorni

Le immagini di Sentinel-5P hanno permesso di controllare lo sviluppo sull’Artico di un enorme buco dell’ozono dal 9 marzo all’1 aprile 2020. Lo strato di ozono ci protegge dai raggi ultravioletti ed è fondamentale per la vita sulla Terra. L’Artide è la regione geografica dell’emisfero boreale della Terra, circostante il Polo nord e che si contrappone all’Antartide. Il freddo intenso ed il vortice polare hanno generato il più grande buco dell’ozono finora registrato proprio sull’Artide. E’ grande circa sei milioni di chilometri quadrati e si contrappone al noto buco nell’ozono antartico attualmente ai minimi storici.

Questa animazione mostra i livelli giornalieri di ozono nell’Artico dal 9 marzo 2020 al 1 ° aprile 2020. Credit: ESA

Già in passato si sono formati piccoli buchi dell’ozono all’altezza del Polo Nord ma quest’anno, proprio a causa di un freddo intenso causato dal vortice polare, si è registrata un’ estensione mai accaduta in passato. Con il progressivo aumento delle temperature è possibile prevedere una chiusura immediata già entro la metà di aprile (c’è un monitoraggio costante della situazione). Ricordo che grazie all’approvazione nel 1987 del ‘Protocollo di Montreal‘, il trattato internazionale che ha messo al bando l’uso di sostanze chimiche, si sono ottenuti risultati enormi per quanto riguarda la diminuzione dell’estensione di quello antartico.

Ecco lo studio pubblicato su Nature relativo all’Artico:

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