L’universo è più arido di quanto pensassimo.

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Secondo un nuovo studio, i pianeti sub-nettuniani, spesso definiti possibili “mondi acquatici”, potrebbero essere più deserti del previsto. Per anni, gli scienziati hanno pensato che questi pianeti, più grandi della Terra ma più piccoli di Nettuno, potessero formarsi lontano dalle loro stelle, trascinando con sé il ghiaccio. Con la migrazione dei pianeti verso l’interno, gli scienziati hanno ipotizzato che il ghiaccio potesse sciogliersi formando oceani nascosti sotto cieli di idrogeno. “I nostri calcoli dimostrano che questo scenario non è possibile”, ha spiegato Caroline Dorn, professoressa di fisica presso l’ETH di Zurigo in Svizzera.

I dettagli dello studio

Un’illustrazione di K2-18b, un esopianeta considerato un “mondo acquatico”. Crediti: ESA/Hubble, M. Kornmesser.

Nel nuovo studio, Dorn e il suo team hanno modellato l’evoluzione dei pianeti sub-nettuniani durante le prime fasi della loro vita, quando si ritiene che siano avvolti da idrogeno gassoso e ricoperti da roccia fusa. A differenza di studi precedenti, i ricercatori hanno incluso le interazioni chimiche tra magma e atmosfera. Dei 248 pianeti studiati dal team, “non ci sono mondi lontani in cui l’acqua costituisca circa il 50% della massa del pianeta, come si pensava in precedenza”, ha aggiunto Dorn. “I mondi oceanici con il 10-90% di acqua sono quindi molto improbabili”.

Dove cercare l’acqua

I ricercatori hanno anche scoperto che le atmosfere più ricche di acqua non si trovavano sui pianeti formatisi lontano dalle loro stelle, dove il ghiaccio è abbondante, bensì su quelli formatisi più vicino. Tuttavia, K2-18b rimane un obiettivo interessante, affermano gli scienziati. Essendo un sub-Nettuno, un tipo di pianeta assente dal nostro sistema solare ma comune in tutta la galassia, potrebbe rivelare informazioni fondamentali su come si formano i sistemi planetari e perché il nostro si è evoluto in questo modo.

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