Breve guida alla lettura di un articolo scientifico, per aiutarti a verificare sia le nostre sia le altrui fonti.

Le modalità con cui la scienza viene comunicata in ambito accademico e al grande pubblico sono tra loro molto diversi: nel primo caso ci sono scienziati, i quali effettuano le loro ricerche e ne diffondono i risultati ai loro colleghi e ai divulgatori; nel secondo caso, invece, abbiamo questi ultimi, i quali traducono le scoperte ai non addetti ai lavori. A volte le due figure coincidono. Può capitare, però, che una persona comune voglia comunque attingere direttamente alle pubblicazioni scientifiche (magari proprio per accertarsi dell’affidabilità di un certo divulgatore). Affinché ciò sia possibile, è buon uso da parte dei divulgatori stessi indicare i riferimenti dei loro contenuti. Di seguito, quindi, daremo qualche consiglio pratico su come leggere un articolo scientifico.

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Riconoscere una pubblicazione e le sue parti

Penny and Leonard Read a Script
Penny e Leonard, coprotagonisti della serie televisiva “The Big Bang Theory”, intenti alla lettura. Crediti: CBS.

Premettiamo che il tipo di documento a cui facciamo riferimento è l’articolo frutto di risultati originali, che è bene accertarsi se sia stato o meno sottoposto alla cosiddetta revisione paritaria da parte di riviste autorevoli. Questa tipologia di articolo non va confusa con quella di review (traducibile con ‘revisione’), il quale non presenta un nuovo risultato, bensì una revisione di più articoli originali.

Sottolineamo prima di tutto l’importanza di conoscere gli autori: chi sono? Quali sono i loro interessi scientifici? Qual è il campo in cui lavorano? Durante la lettura, inoltre, chiediti: cosa vogliono sapere gli autori? Cosa hanno fatto? Perché è stato fatto in quel modo? Quali sono i risultati? In che modo gli autori hanno interpretato i risultati? Cosa propongono di fare a seguito di questa scoperta?

Fondamentale è anche evitare i pregiudizi su quanto si sta leggendo. A tal fine, chiediti se ci sono altre spiegazioni ugualmente probabili per ciò che viene osservato. Ma oltre a prestare molta attenzione ai potenziali pregiudizi degli autori, un lettore dovrebbe anche essere attento anche ai propri. Trovi che l’articolo sia interessante perché afferma qualcosa che già pensi, o desideri, sia vero? Stai scartando una scoperta solo perché differisce da ciò che ti aspettavi o dai tuoi interessi?

In particolare, tieni ben a mente il fenomeno delle profezie che si autoavverano. In poche parole, l’idea di base è che una persona possa presumere che qualcosa sia vero e che, di conseguenza, il suo comportamento si allinii per renderlo effettivamente vero. Come esseri umani, prima che scienziati, infatti, spesso tendiamo a ‘vedere’ solo quello che stavamo cercando.

Detto ciò, esaminiamo ora ciascuna delle parti principali in cui tipicamente è suddiviso un articolo:

  • Titolo: sarebbe il messaggio ‘da portare a casa’ dall’intero lavoro.
  • Elenco degli autori: queste persone hanno apportato contributi scientifici significativi al progetto. Il loro ordine potrebbe seguire diversi standard. Per la NASA, ad esempio, i nomi dovrebbero apparire semplicemente in ordine di contributo.
  • Sommario: una breve panoramica della domanda, dell’approccio, dei risultati e dell’interpretazione della ricerca. Questa è la road map o la presentazione dell’ascensore per un articolo;
  • Introduzione: presenta l’obbiettivo della ricerca, evidenziandone l’importanza.
  • Metodi: cosa e come è stato fatto. Idealmente, si dovrebbe essere in grado di ricreare un progetto seguendo questa sezione.
  • Risultati: mostra cosa è stato trovato.
  • Figure e tabelle: i dati sono presentati in figure e tabelle. Legende e didascalie forniscono le informazioni necessarie come abbreviazioni, riassunti dei metodi e chiarimenti.
  • Discussione: qui si trovano l’interpretazione dei risultati e la loro relazione con eventuali scoperte precedenti.
  • Conclusione: un breve riassunto sulle implicazioni dei risultati.
  • Riferimenti: un elenco di documenti, set di dati o database pubblicati in precedenza che erano essenziali per l’implementazione di questo progetto o l’interpretazione dei nuovi dati.
  • Materiale supplementare: eventuali informazioni aggiuntivi necessari a supportare i risultati o le interpretazioni presentati nella discussione.
  • Dati supplementari: set di dati importanti ma troppo grande per essere incluso nel cuore del documento.

Per finire, ti consigliamo la visione di un video realizzato dalla University of Minnesota Libraries per approfondire.

Fonti: NASA, PLOS Computational Biology.

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