Le donne sono probabilmente più adatte ai viaggi nello spazio di lunga durata rispetto agli uomini. In questo articolo vi spieghiamo perché la prima persona su Marte dovrebbe essere una donna.
Finora gli uomini hanno partecipato a tutte le missioni sulla Luna, ma quando ci toccherà arrivare su Marte, sarebbe saggio inviare solo donne, almeno all’inizio. Intendiamoci, non si tratta di politically correct, ma su una considerazione pratica del dottor W. Randolph Lovelace II e del generale Don D. Flickinger della NASA alla fine degli anni ’50. Ecco chi dovrebbe essere la prima persona a mettere piede su Marte.
Perché una donna?
Lo studio, ripreso oggi da una ricerca che ne ha confermato i dati, dice che le donne sono mediamente più piccole rispetto agli uomini, consumano meno ossigeno, consumano meno cibo e producono anche meno anidride carbonica. Hanno una massa inferiore e quindi occupano meno volume. Un equipaggio al femminile, insomma, richiederebbe molto meno supporto “tecnico” e consentirebbe un veicolo spaziale più piccolo. Ciò si tradurrebbe in un notevole risparmio sui costi.
In più, le statistiche mostrano che è molto più probabile che gruppi di sole donne scelgano approcci non conflittuali per risolvere i problemi interpersonali, e avrebbero maggiori probabilità di affrontare una situazione senza ricorrere alla violenza, il che potrebbe essere un grosso problema durante un viaggio su Marte, dove l’equipaggio sarà costretto a vivere in spazi ristretti per 2-3 anni. Numerosi studi sociologici hanno dimostrato che le donne, in generale, sono più cooperative e meno inclini a strutture sociali gerarchiche.
Riferimenti: Big Think
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