Facciamo chiarezza su una delle leggende più famose legate all’uomo che rivoluzionò il mondo della fisica. Ecco cosa c’è di vero quando a scuola vi dicono: “Puoi farcela, anche Einstein fu bocciato”.

Alzi la mano chi, in un modo o nell’altro, non ha mai sentito un insegnante, a scuola, pronunciare la famosa frase: “Anche i migliori sbagliano, Einstein fu bocciato e poi è diventato quello che è diventato”. È forse il modo che si usa di più per far capire a uno studente che ce la si può fare, basta impegnarsi. Quella della bocciatura di Einstein in matematica, insomma, è stata una parabola propinata a decine di generazioni di studenti che andavano maluccio nelle materie scientifiche, per invogliarli a studiare. Purtroppo per loro, non c’è nulla di vero e in questo articolo cercheremo di farvi capire perché.

Albert Einstein
Albert Einstein vinse il premio Nobel per la fisica nel 1921. Credit: ParentRap (Pixabay)

No, Einstein non era una capra in matematica

Ma da dove arriva la teoria secondo la quale Albert Einstein andasse malissimo in matematica? Per capirlo dobbiamo fare prima un passo indietro, a quando il giovane Albert portò a casa la pagella, nell’agosto del 1886. “È nuovamente il primo della classe” avrebbe commentato sua madre, Pauline Koch. La passione per la scienza crebbe anche grazie a un amico di famiglia, Max Talmud, che vide in lui la scintilla e gli procurò testi del calibro degli Elementi di Euclide e la Critica della ragion pura di Kant. Libri non proprio adatti ad un bambino di 10 anni, insomma.

Per quanto fosse “precoce” nell’apprendere le materie scientifiche, alle scuole medie trovò disgustoso il sistema di insegnamento tedesco, al punto da contestare spesso i professori ed essere espulso dal Luitpold Gymnasium di Monaco senza aver preso il diploma. Rinunciò quindi alla cittadinanza tedesca e si trasferì in Svizzera, dove si preparò in autonomia per entrare al famoso Politecnico di Zurigo. È qui che nasce l’errore riguardo la bocciatura. Il fatto che non avesse né il diploma, né l’età minima per candidarsi, gli costarono l’ammissione, nonostante i buoni voti ottenuti nelle materie scientifiche. Il problema, però, è che il giovane Albert non aveva un buon feeling con la lingua d’esame, il francese. Decise quindi di prendere prima il diploma ad Aarau, e poi ripresentarsi al Politecnico di Zurigo. Ce la fece e all’età di 21 anni si laureò in matematica e fisica. Il resto è storia.

Quando, qualche anno dopo, rivoluzionò la scienza con la sua teoria della relatività, rispondendo ad un giornalista disse: “Non ho mai avuto problemi in matematica. A 15 anni sapevo svolgere perfettamente il calcolo differenziale e gli integrali”. Chapeau.

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