Grazie ai dati della sonda Gaia è stata individuata una strana famiglia di stelle che si sta disperdendo nella Via Lattea a velocità elevata.

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Le stelle nella Via Lattea tendono a formarsi in famiglie, con stelle simili che nascono più o meno nello stesso luogo e più o meno nello stesso momento. Queste stelle si dirigono poi verso la galassia più ampia quando sono pronte a lasciare il nido. Mentre i gruppi più piccoli possono dissolversi completamente, le sorelle di famiglie più numerose di solito si muovono in modo simile e viaggiano spesso insieme. Utilizzando i dati di Gaia, è stata individuata una famiglia di stelle diversa da qualsiasi altra: un’enorme famiglia di oltre 1000 giovani stelle dal comportamento strano. Infatti, nonostante le sue dimensioni, la famiglia denominata Ofione si sta disperdendo completamente in un tempo record, lasciando dietro di sé solo un nido vuoto.

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Un nuovo modello

Gaia
L’area della Via Lattea in cui è presente la famiglia di stelle denominata Ofione. Crediti: ESA/Gaia/DPAC

Per trovare Ofione, gli astronomi hanno sviluppato un nuovo modello per esplorare la vasta e ineguagliabile raccolta di dati spettroscopici di Gaia e saperne di più sulle stelle giovani e di piccola massa che si trovano vicine al Sole. Hanno applicato questo modello, chiamato Gaia Net, alle centinaia di milioni di spettri stellari pubblicati nell’ambito del terzo rilascio dei dati di Gaia. Hanno quindi ristretto la ricerca alle stelle “giovani” di età inferiore a 20 milioni di anni e hanno trovato Ofione.

Un altro aspetto è il modo in cui la missione Gaia sta creando opportunità per una nuova scienza collaborativa e interdisciplinare attraverso la sua politica di dati aperti. Diversi membri del team di scoperta di Ofione sono studenti universitari e laureati in informatica, che hanno utilizzato i dati di Gaia per innovare e sviluppare nuovi metodi che ora offrono nuove informazioni sulle stelle della Via Lattea.

Studiando le famiglie di stelle possiamo ricostruire non solo le caratteristiche e il comportamento delle stelle stesse, ma anche capire come la nostra galassia si sta evolvendo nel suo complesso.

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Risolvere il mistero

Gaia e Via Lattea
Rappresentazione artistica del satellite Gaia dell’ESA che osserva la Via Lattea. L’ immagine di sfondo del cielo è compilata da dati provenienti da oltre 1,8 miliardi di stelle. Mostra la luminosità e il colore totali delle stelle osservate da Gaia, rilasciate come parte dell’Early Data Release 3 (Gaia EDR3) di Gaia a dicembre 2020. Crediti: medialab ESA/ATG, ESA/Gaia/DPAC, A. Moitinho.

Tuttavia, la domanda resta insoluta: perché Ofione si comporta in modo così insolito? Gli scienziati hanno diverse opzioni. La famiglia di stelle si trova a circa 650 anni luce di distanza, vicino ad altri enormi agglomerati di giovani stelle; eventi energetici interni e interazioni tra questi colossali vicini potrebbero aver influenzato Ofione nel corso degli anni.

Sono anche visibili segni di esplosioni stellari del passato. Queste esplosioni di supernova potrebbero aver spazzato via materiale da Ofione e causato un movimento delle sue stelle molto più rapido e irregolare di prima. I metodi precedenti identificavano le famiglie raggruppando insieme stelle con moto simile, ma Ofione sarebbe sfuggito a questa rete. Senza gli enormi set di dati di alta qualità di Gaia e i nuovi modelli che ora si possono utilizzare per analizzarli c’era il rischio di perdere un pezzo importante del puzzle stellare.

Terminata la missione per GAIA

Dopo oltre un decennio trascorso a mappare i nostri cieli, Gaia ha interrotto le sue osservazioni a marzo. Questo segna la fine delle operazioni della sonda, ma è solo l’inizio della sua attività scientifica. Sono previste molte altre scoperte nei prossimi anni, insieme alla più grande pubblicazione di dati di Gaia: il DR 4 è previsto verso la fine del 2026, mentre la pubblicazione dei dati legacy di Gaia non arriverà prima delle fine del 2030.

Per saperne di più

  • Leggi l’articolo originale su ESA
  • Leggi il paper scientifico intitolato “Gaia Net: Towards robust spectroscopic parameters of stars of all evolutionary stages” e pubblicato su The Astrophysical Journal