È stata appena pubblicata dall’European Southern Observatory la prima immagine diretta di un buco nero e del suo getto.

Gli astronomi hanno ottenuto la prima immagine di un buco nero che espelle un potente getto. Si tratta dell’ormai ben noto M87, il buco nero supermassiccio al centro della Galassia Virgo A. Parliamo di un oggetto con sei miliardi e mezzo di masse solari distante cinquantacinque milioni di anni luce dalla Terra. Le osservazioni risalgono al 2018 e sono state effettuate con i telescopi del Global Millimeter VLBI Array (quattordici radiotelescopi distribuiti in Europa e nel Nord America), dell’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (sessantasei antenne nel deserto di Atacama, in Cile) e del Greenland Telescope.

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Ecco cosa hanno scoperto

Il buco nero al centro della galassia M87 assieme al getto. Crediti: GMVA, ALMA, Greenland Telescope.

Al centro della maggior parte delle galassie si trova un buco nero supermassivo. Questi corpi celesti sono in grado di emettere potenti getti di materia che si estendono addirittura oltre la galassia stessa. Ma come ci riescono? È la domanda alla quale gli scienziati stanno cercando di rispondere con la nuova immagine. Da essa si nota infatti che la base del getto è connessa alla materia che ruota attorno al buco nero.

Il cosiddetto disco di accrescimento del buco nero è costituito da materiale caldo che vi orbita attorno emettendo radiazione elettromagnetica. La struttura ad anello visibile nell’immagine sopra si forma proprio perché il buco nero piega e risucchia parte di tale luce.

Già nel 2017, l’Event Horizon Telescope (EHT) riprese per la prima volta l’ombra del buco nero (la zona al centro del suddetto anello). Analogamente a quella storica ‘fotografia’, anche per la nuova immagine sono stati combinati i dati ottenuti da vari radiotelescopi in giro per il mondo utilizzando una tecnica nota come interferometria. In poche parole, quest’ultima consiste nell’emulare una sorta di telescopio con dimensioni paragonabili al nostro pianeta, il che permette di raggiungere una risoluzione impossibile per un normale telescopio. Questa volta, però, sono state catturate onde radio con lunghezza d’onda maggiore: 3,5 millimetri invece di 1,3.

A quanto pare, la dimensione dell’anello è circa il cinquanta percento più grande rispetto all’immagine ottenuta con l’EHT. In particolare, risulta una maggior quantità di materiale in caduta nel buco nero rispetto a quanto visto con l’EHT. Ma non finisce qui. Sono in programma ulteriori osservazioni della regione attorno al buco nero M87 ad altre frequenze radio per approfondire lo studio del getto.

Fonte: ESO.

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