I satelliti sono riusciti a caratterizzare l’ingente perdita di gas metano proveniente dai due gasdotti danneggiati, il Nord Stream 1 e 2.

Due settimane fa sono avvenute delle potenti esplosioni lungo i due gasdotti Nordstream 1 e 2. Questi gasdotti avevano il compito di portare il metano. Il metano è un gas molto utilizzato in Europa principlamente come combustibile per la produzione di energia elettrica o per il trasporto. Questo gas, estratto da appositi giacimenti fossili, è molto utilizzato sia per la sua buona efficienza energetica sia perché non pericoloso per la salute. Purtroppo però è un gas serra molto potente (84 volte la CO2 nel breve periodo, 28 volte nell’arco di 100 anni) e quindi il danno ambientale lo sentiremo nel tempo a venire. Ecco cosa hanno ripreso i satelliti dallo spazio.

Metano ripreso grazie ai satelliti
Ribollimento del mare causato dalla perdita di metano. Immagine catturata dai satelliti Pleiadi. Crediti: ESA

Nel momento del danneggiamento dei due gasdotti, il gas che stagnava nei tubi è fuoriuscito ed è entrato in contatto con il mare. Una parte si è quindi disciolta in acqua mentre la maggior parte è risalita in superficie. Questo ha causato il gorgogliamento di una grande porzione del mare. I satelliti ESA delle Pleiadi Neo e Planet, nonostante il cattivo tempo, sono riusciti a rilevare con immagini ottiche le perdite di gas. Successivamente, i satelliti Sentinel-2 e US Landsat 8 della missione Copernicus hanno confermato lo svuotamento dei gasdotti. In questo caso i satelliti hanno osservato i cambiamenti del “bollio” sulla superficie del mare grazie agli strumenti radar ad apertura sintetica (SAR).

Purtroppo la quantificazione esatta del metano fuoriuscito non è stata semplice in quanto le radiazioni solari utilizzate (infrarosso a onde corte) per questa misura sono in gran parte assorbite dall’acqua del mare. Ma la costellazione dei satelliti di GHGSat, leader nel monitoraggio delle emissioni di metano, è riuscita a stimare la perdita. Per il 30 settembre quindi hanno stimato che circa 79.000 kg all’ora di metano è andato disperso da un punto del Nord Stream 2. Per risalire al valore hanno sfruttato il “punto di glint” del mare. Questo parametro consiste nell’area del mare in cui si ha massima riflessione della radiazione solare.

Riferimenti: ESA; CCC