Una nuova ricerca mette in dubbio che la soluzione proposta attualmente dagli scienziati, della presenza di un Supervuoto, possa spiegare il punto freddo del Fondo Cosmico.

Il fondo cosmico a microonde (CMB o anche radiazione cosmica di fondo) è la singola più grande fonte di luce in tutto l’universo. Permea completamente tutto lo spazio ed è composto dalla luce residua di quando il cosmo aveva solo 380.000 anni. A quel tempo il nostro universo si era espanso e raffreddato al punto da poter passare da un plasma caldo e denso a un gas leggermente più freddo, ma neutro. Quel processo rilasciò radiazioni incandescenti con una temperatura di circa 10.000 K.

Negli ultimi 13,8 miliardi di anni, tuttavia, quella radiazione si è raffreddata sino a circa tre gradi sopra lo zero assoluto, il che pone quella radiazione saldamente nel regime delle microonde.

L’anomalia del punto freddo

Mappa della Radiazione Cosmica di Fondo
Mappa della Radiazione Cosmica di Fondo. Credit: NASA/Goddard/WMAP Science Team

All’interno di quella luce vi sono piccole oscillazioni e variazioni di luminosità che si diffondono nel cielo e sono incredibilmente minuscole, con differenze non superiori a una parte su 100.000. Queste variazioni rappresentano minuscole differenze di densità nell’universo primordiale che alla fine sarebbero cresciute fino a diventare galassie e ammassi.

I cosmologi comprendono in larga misura le proprietà statistiche di questi dossi e oscillazioni, ma esiste un valore anomalo significativo noto come “punto freddo”.

Un’ipotesi plausibile per spiegare il punto freddo è che la luce in quella direzione del fondo cosmico a microonde abbia attraversato una zona molto ampia dell’universo che è meno densa della media, un’area che gli scienziati chiamano Supervuoto.

Poiché il Supervuoto è così grande, ci vuole un’enorme quantità di tempo perché la luce lo attraversi. E durante quel periodo il vuoto stesso diventa più grande e più profondo man mano che l’universo si espande. Ciò significa che quando la luce è entrata nel supervuoto, il vuoto era più piccolo di quando la luce è uscita. Questa differenza sottrae energia alla radiazione, provocandone il raffreddamento e uno spostamento verso il rosso superiore alla media per il resto della CMB.

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Le indagini sulla galassia hanno mostrato la potenziale presenza di un supervuoto in direzione del punto freddo. Ma un nuovo studio mostra che i supervuoti noti in quella direzione possono spiegare solo una frazione delle dimensioni e della temperatura del punto freddo.

In effetti, la nuova analisi mostra che non può esserci un supervuoto abbastanza grande in quella direzione, nemmeno uno nascosto dietro i limiti delle nostre attuali capacità di osservazione.

La nuova ricerca non propone una soluzione al mistero del punto freddo, ma conferma inesorabilmente che abbiamo molto altro ancora da scoprire, studiare e analizzare.

Riferimenti: Universe Today, ArXiv

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