La Chioma di Berenice è una costellazione dal grande potere attrattivo.

Costellazione antica, introdotta da Eratostene che fa riferimento alla corona di Arianna e poi ai riccioli di Berenice, la Chioma di Berenice è ubicata nell’emisfero Boreale, appare a sud est dell’Orsa maggiore, tra quella a nord est del Leone, ad ovest di Boote e a nord della Vergine. Nel tempo venne variamente identificata fino a quando, nel 1551 ad opera del cartografo olandese Gerardus Mercator divenne una costellazione ufficiale e nel 1602 venne inserita definitivamente da Ticho Brahe nel suo catalogo stellare.
A forma di “V” la Chioma di Berenice è costituita da un gruppo di stelle decisamente modeste e riconoscibili nel periodo primaverile, nello specifico nel mese di aprile.

Chi era Benerice?

La costellazione di Berenice riveste grande fascino perché fa riferimento a personaggi realmente esistiti. È l’autore greco Callimaco a narrare la curiosa leggenda della “chioma di Berenice” e l’originalità della storia sta nel fatto che è la stessa ciocca di capelli a narrare la strana vicenda. Berenice era una regina egiziana, sposa del Faraone Tolomeo III Evergete, della dinastia dei Lagidi (284 ca.-221 a.C.). Egli fu un grande sovrano e sotto di lui la monarchia ellenistica egiziana conobbe un grande splendore. Nel 246 a.C., poco dopo le nozze, Tolomeo dovette partire per una campagna bellica, molto pericolosa, contro Seleuco II di Siria. Berenice, molto preoccupata per le sorti del marito, fece voto alla dea Iside di tagliare i suoi bellissimi capelli se il marito fosse tornato vittorioso dalla guerra in Siria. 

Rappresentazione seicentesca di Berenice II. Credit: Rosalba Carriera 

La chioma scompare

Così avvenne: Tolomeo tornò, la chioma fu recisa e fatta appendere nel tempio di Afrodite. Un bel giorno però essa scomparve. Tutti i sapienti convocati per cercare di svelare il mistero sulla misteriosa sparizione furono incapaci di addivenire ad una soluzione. Tolomeo, adirato, fece chiudere tutte le porte della città e perquisire ogni luogo alla ricerca dell’amata capigliatura della moglie, ma invano. Allora intervenne il saggio astronomo di corte Conone, il quale per tranquillizzare gli animi risolse l’arcano affermando che la splendida treccia era piaciuta così tanto a Zeus, che egli l’aveva voluta imprimere per sempre nel firmamento, in modo che tutti potessero ammirarla. Indicando un gruppo di stelle amorfe (come si chiamavano quelle che nei cataloghi non erano raggruppate in costellazioni) appena dietro il Leone, costituì una nuova costellazione, spiegando ai presenti che i riccioli della regina erano in cielo. Da qui il nome della costellazione.

La costellazione “Chioma di Berenice“. Credit: Stellarium

La costellazione “malinconica”

Questa leggenda verrà poi ripresa prima dal poeta latino Catullo e successivamente dall’autore inglese Alexander Pope nella sua “The rape of the lock” che significa appunto “Il furto della ciocca”. Seppur celebrato, il gesto della chioma recisa non rese mai in realtà felice la sposa ed è proprio per questo motivo, come riporta Catullo, che la costellazione appare “malinconica”, con le stelle rivolte verso la Terra dove dimorò colei che se ne era privata. Riconosciuta dal mondo ellenistico come figura femminile di estrema importanza, Berenice in assenza del marito amministrò l’Egitto con caparbietà e competenza tanto da essere deificata alla sua morte. Alla morte del marito, nel 222 a.c., Berenice venne fatta assassinare dopo l’avvento al trono del figlio Tolomeo IV Filopatore, dal ministro reale Sosibio insieme ad altri membri della famiglia.

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