Tipica dei cieli estivi, la costellazione dell’Aquila è attraversata dalla Via Lattea. Scopriamo la sua storia mitologica

La costellazione dell’Aquila si colloca a cavallo dell’equatore e può essere facilmente osservata da giugno a novembre da entrambi gli emisferi grazie alla presenza di Altair, una stella molto luminosa posta al vertice meridionale del “Triangolo Estivo“. Attraversata dalla Via Lattea, che corre ad ovest, questa costellazione si distingue per la presenza sul fondo di nubi “oscure”, le quali impediscono alla luce delle stelle retrostanti di penetrare. Esse vanno a costituire la cosiddetta “Fenditura dell’Aquila”, formata da ingenti quantità di gas e polveri, lontane dal sistema solare tra i 650 e i 980 anni luce.

La costellazione dell’Aquila. Credit: Stellarium

Il mito dell’Aquila

L’Aquila rappresentava nell’antica Grecia l’uccello del quale Zeus prese le sembianze per rapire Ganimede, il bellissimo giovanetto del quale il dio si era innamorato e che fu portato sull’Olimpo, diventando il coppiere degli dei. Il celebre autore latino Ovidio sosteneva che lo stesso Zeus si fosse trasformato in un’aquila, mentre secondo altri scrittori fu essa ad essere incaricata dal dio di realizzare l’impresa. Per Cesare Germanico l’aquila vegliava sulla freccia di Eros, che una volta scagliata fece innamorare Zeus. Per Igino l’Aquila ed il Cigno erano due costellazioni unite. Innamorato della ninfa-dea Nemesi, Zeus subì le sue resistenze e si trasformò in un cigno ed utilizzò la finzione di farsi cacciare da Afrodite, dopo che questa era stata trasformata in un’aquila. Nemesi offrì allora la sua protezione al cigno, ritrovandosi così tra le braccia del dio. In seguito Zeus pose nell’etere le immagini del cigno e dell’aquila, in memoria di questo trucco a lieto fine.

La Lira, l’Aquila ed il Cigno. Credit: Stellarium

I miti di Altair

Altri aspetti mitologici interessanti ruotano intorno ad Altair, la stella più luminosa dell’intera costellazione. Il nome deriva da una locuzione araba che può essere tradotta come “aquila che vola” oppure “rapace”. Tuttavia Tolomeo le diede il nome di “Aquila”, lo stesso dell’intera costellazione. Secondo lo studioso Paul Kunitzsch, egli non fu l’unico visto che anche Babilonesi e Sumeri chiamavano allo stesso modo Altair.

Altair
La stella Altair. Credit: Palomar Observatory

Un suggestivo mito orientale rappresenta l’Aquila e la Lira come due amanti divisi dalla Via Lattea, i quali hanno la possibilità di vedersi solo una volta all’anno, quando le gazze formano un ponte per attraversare il fiume celeste. Tolomeo separò la porzione sud della costellazione chiamandola “Antinoo”, in onore dell’omonimo giovane greco di cui era innamorato l’imperatore Adriano. Alcune mappe la raffigurano proprio con le sembianze di un ragazzo rimasto imprigionato tra gli artigli dell’Aquila.

Curiosità

Una curiosità sulla costellazione dell’Aquila è che alcuni studi hanno concluso che la città de L’Aquila, in Abruzzo, potrebbe essere stata edificata, per la stessa volontà del fondatore Federico II di Svevia, disponendo in maniera speculare all’omonima costellazione le chiese ed i monumenti. Julius Schiller, astronomo gesuita, tramutò l’aquila in Santa Caterina d’Alessandria, messaggera della sapienza divina.

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