Tra le più belle costellazioni visibili nell’emisfero boreale, il Cigno brilla nelle caldi notti estive. Ecco la sua storia mitologica

La costellazione del Cigno è una delle più imponenti fra le 48 descritte da Tolomeo. Alcune delle stelle che la compongono sono molti brillanti e visibili ad occhio nudo, soprattutto d’estate. La figura del cigno, che si può stilizzare anche con la forma di una croce, si dispone lungo la Via Lattea ed è quindi ricca di elementi molto luminosi. I nomi delle stelle principali, come Deneb e Albiero, sono di origine araba ed indicano le varie parti dell’uccello. Il primo, che indica la stella sulla coda del cigno, significa appunto “coda”. Sadr, invece, che costituisce la parte centrale della costellazione, significa “busto”. Le sue stelle più brillanti costituiscono anche l’asterismo noto come la “Croce del Nord”.

La costellazione del Cigno. Credit: Stellarium

La costellazione del Cigno: mitologia

Il mito greco più antico che riguarda la costellazione del Cigno è quello di Leda, figlia di Testio. Secondo il mito, Zeus, innamoratosi di lei, si trasformò in un cigno e la sedusse, generando due uova. Da un uovo sarebbero nati i Dioscuri, Castore e Polluce, dall’altro Elena e Clitemnestra. Alcune delle varianti del mito raccontano che anche Tindaro, re di Sparta, giacque con la moglie Leda la stessa notte, per cui da un uovo sarebbero nati Polluce ed Elena, mentre da un parto naturale (o da un altro uovo) sarebbero nati i figli di Tindaro, Castore e Clitemnestra.

Il Cigno e Leda

In un’altra versione, Zeus, per raggirare Leda con maggior facilità, chiese ad Artemide, sua figlia, di trasformarsi in aquila e fingere di dar la caccia al dio sotto le sembianze di cigno. Alla fine Leda lo accolse, proteggendolo dall’aquila, senza sapere in che guaio si stesse cacciando.

Ancora un’altra versione: Zeus provò a “conquistare” la ninfa Nemesi, la quale tentò di fuggire da lui trasformandosi in tutta una serie di animali, sempre più veloci, fino all’oca. Zeus la inseguiva compiendo le stesse trasformazioni fino a che, trasformandosi in un cigno, la raggiunse e la possedette. A Leda fu poi portato – o Leda trovò – l’uovo frutto dell’unione tra Zeus e Nemesi, dal quale sarebbe nata Elena.

La Fenditura del Cigno è un enorme complesso di nebulosità oscure e di polveri interstellari: si estende per 900 anni luce. Credit: Brocken Inaglory 

Il cigno poteva essere Fetonte oppure Cicno?

Altre versioni del mito immaginano invece il cigno della costellazione come l’uccello che tentò di salvare Fetonte, figlio di Apollo, che un giorno appropriatosi del carro solare, provocò una distruzione totale della Terra e del cielo. Zeus, infuriatosi, per punirlo lo fece affogare nel fiume Eridano, dove il Cigno tentò inutilmente di salvarlo. Il re degli dei, in riconoscimento della sua bontà, portò il volatile in cielo immortalandolo eternamente. C’è una circostanza astronomica che sembra indicare la ragione di questa variante del mito. Parlare del cigno che si immerge a cercare Fetonte caduto potrebbe essere un riferimento al fatto che la costellazione del Cigno comincia a tramontare (e lo fa a partire dalla testa) proprio nello stesso momento in cui si assiste alla caduta di Fetonte, ovvero all’alba di metà agosto. In altre parole, in cielo si vedono contemporaneamente Fetonte cadere e il Cigno immergere la testa sotto l’orizzonte. 

Un’ultima variante del mito vede come protagonista Cicno, uno dei molti figli di Poseidone. Cicno fu uno dei re alleati di Priamo durante la Guerra di Troia. Dopo la sua morte in battaglia, avvenuta per mano di Achille, il padre fu così addolorato che decise di riportarlo in vita sotto forma di cigno.

Il Cigno nella simbologia cristiana

La costellazione del Cigno assomiglia anche ad una croce e in quanto tale è stata molto importante nella simbologia cristiana secondo cui rappresenta, nelle diverse interpretazioni, la Passione di Gesù oppure la croce di Sant’Elena. La costellazione del Cigno è stata di recente associata alla cosiddetta Visione di Costantino, il primo imperatore a favorire la diffusione del cristianesimo nell’Impero Romano. Secondo questa nuova teoria la cosiddetta visione sarebbe in realtà un allineamento dei principali pianeti proprio con la costellazione del Cigno, interpretata dall’Imperatore come un segno divino.

Statua di Leda con il cigno, opera marmorea di età adrianea, possibile copia da un originale di Timoteo. Roma, Musei Capitolini.

Come abbiamo avuto modo di capire, il mito alla base della costellazione del Cigno è un mito altamente simbolico e nell’arte ha dato luogo ad una serie di rappresentazioni diverse, forse anche per le varie versioni del mito. Tra quelle raccontate, la versione che coinvolge l’aquila è ad esempio rappresentata in pietra da una statua di marmo che si fa risalire all’età adriana (II sec. a.C.), copia di un originale del V sec. a.C. probabilmente scolpito da Timotheos e conservata a Roma nei Musei Capitolini, in cui Leda è seduta, il cigno sotto il braccio destro e con una sorta di mantello alzato dal braccio sinistro a proteggere il candido uccello dalle grinfie dell’aquila.

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