È vero il principio secondo cui “se qualcosa può andar male, ci andrà”? La cronaca è piena zeppa di eventi ai quali è spesso difficile dare una spiegazione. Cerchiamo di capire meglio a cosa ci si riferisce quando si parla di “Legge di Murphy”.

Molti ne avranno sentito parlare nel film “Interstellar” di Christopher Nolan, ma in pochi sanno che la legge di Murphy non è altro che un insieme di paradossi pseudoscientifici nati dalla mente brillante dello scrittore e umorista Arthur Bloch. In pratica sono una serie di frasi umoristiche che hanno l’obiettivo di deridere gli eventi negativi che ci accadono nella nostra quotidianità. C’è da dire che il primo assioma, ovvero la legge di Murphy vera e propria, non è altro che un modo più divertente e alternativo per definire il calcolo della probabilità. Ma andiamo con ordine.

Uno degli esperimenti che dovrebbero dare forza alla legga di Murphy: il più delle volte il toast cade dal lato imburrato. Questo però accade perché l’altezza media da cui cade gli consente di ruotare solo parzialmente. Se lo facessimo cadere da più in alto probabilmente il numero di volte in cui cade dall’altra parte (quella non imburrata) pareggerebbe i conti con l’altra faccia. Credit: Wikipedia.

Da dove viene la legge di Murphy

Il concetto secondo cui “se qualcosa può andare male, ci andrà” è considerato da molti una delle poche certezze matematiche della vita. Ma fu lo scienziato Edward Murphy, militare degli Stati Uniti, a pronunciare la storica frase “Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo”. La frase fu poi riportata durante una conferenza stampa dal medico John Paul Stapp, soggetto di un test che riguardava esperimenti su razzi a rotaia.

All’assioma della legge di Murphy hanno poi fatto seguito una serie di altre considerazioni sarcastiche, come “niente è facile come sembra” o “ogni soluzione genera nuovi problemi”, tutte raccolte (o quasi) da Arthur Bloch nella fortunata serie “La legge di Murphy” del 1988, a cui sono seguite numerose altre pubblicazioni.

Una scena del film “Interstellar”. Credit: https://www.youtube.com/watch?v=EIVMVIr3q3Y

L’assioma di Murphy riassume un fatto statistico-matematico che ci riporta al calcolo delle probabilità. Per quanto improbabile, un certo evento finirà probabilmente per verificarsi dopo un numero elevato di occasioni. Lo stesso concetto si può esprimere con: il fatto che un evento sia improbabile, non vuol dire che non possa verificarsi già ai primi tentativi.

Le leggi di Murphy, però, assumono un significato più ironico. Affermano, infatti, che l’evento considerato inizialmente improbabile, si verifichi spesso o addirittura sempre, al primo tentativo. Che è un’esasperazione, se vogliamo. È vero che quando andiamo di corsa, troviamo sempre il semaforo rosso, ma è anche vero che quando guidiamo spensierati a una velocità più moderata è più facile imbattersi nel verde, o non farci proprio caso. Quindi, per riassumere, si tratta di una legge che fa leva sul nostro cervello, in particolare su ciò che temiamo possa accadere.

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