Alla fine del ‘700 due scienziati, Titius e Bode, correlarono con una successione aritmetica la distanza tra i pianeti ed il Sole

Più di duecento anni fa, menti brillanti diedero vita ad una sensazionale scoperta. Stiamo parlando degli scienziati Titius e Bode e della legge che prese il loro nome. La legge di Titius e Bode è infatti una formula empirica che descrive con buona approssimazione i semiassi maggiori delle orbite dei pianeti del sistema solare. Nel 1772 l’astronomo tedesco Johann Bode rese nota una relazione, scoperta alcuni anni prima dallo scienziato tedesco Johann Tietz (noto con il nome latinizzato Titius), tra le distanze che intercorrono tra i pianeti ed il Sole ed una successione aritmetica concepita in modo particolare.

La spiegazione

Prendendo una successione di nove elementi tale che ogni elemento di essa sia il doppio dell’elemento precedente (partendo da 3 e aggiungendo all’inizio lo 0) si ottiene:

0, 3, 6, 12, 24, 48, 96, 192, 384

Aggiungendo 4 ad ogni elemento si ha:

4, 7, 10, 16, 28, 52, 100, 196, 388

Ad ogni numero si fa corrispondere un pianeta del Sistema Solare (nello stesso ordine in cui i pianeti si trovano partendo dal Sole e saltando Nettuno):

4 (Mercurio) 7 (Venere) 10 (Terra) 16 (Marte) 28 (pianetini) 52 (Giove) 100 (Saturno) 196 (Urano) 388 (Plutone)

Dividendo per 10 si ottiene la distanza dei vari pianeti dal Sole in UA (acronimo di Unità Astronomica che è pari alla distanza media tra il pianeta Terra e il Sole, vale a dire circa 150 milioni di km), con valori abbastanza validi, tranne che per Nettuno che, secondo questa legge, si sarebbe dovuto trovare ad una distanza dal Sole di 38.8 UA ed invece dista “soltanto” 30 UA. Un’importante conferma di questa legge si ebbe nel 1781 con la scoperta di Urano, che occupava esattamente la posizione prevista. La legge di Titius-Bode, pur essendo stata ricavata empiricamente, godette quindi di generale consenso fino alla scoperta di Nettuno nel 1846, che invece non corrispondeva alle previsioni. Fra tutti i pianeti, infatti, Nettuno è l’unico a discostarsi in maniera rilevante dal valore teorico, che invece corrisponde con migliore precisione al semiasse maggiore dell’orbita di Plutone. Al di là di qualche errore, è da rimarcare la genialità di questa sorprendente legge. Ecco la tabella riassuntiva

Pianeti
Le distanze dei pianeti dal Sole

Immagine di copertina credit NASA

Fonte: ResearchGate