I geologi australiani hanno scoperto l’origine di un’era glaciale estrema che interessò il pianeta più di 700 milioni di anni fa durante il Cryogeniano

La glaciazione sturtiana della Terra – avvenuta circa 700 milioni di anni fa durante il Cryogeniano – è considerata la più estrema nella storia delle glaciazioni terrestri. Si tratta di un evento che dimostra, ancora una volta, come la Terra sia sensibile all’anidride carbonica. In un nuovo studio, i geologi dell’Università di Sydney e dell’Università di Adelaide hanno utilizzato il modello della tettonica a placche per simulare l’evoluzione della superficie terrestre e le basse emissioni di anidride carbonica dei vulcani. Sono state proposte varie cause per l’innesco e per la fine di questa era glaciale estrema, ma l’aspetto più misterioso riguarda il motivo per cui è durata per ben 57 milioni di anni, un lasso di tempo difficile da immaginare per noi esseri umani.

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Terra palla di neve
Rappresentazione artistica della “Terra a palla di neve“. Credito immagine: Oleg Kuznetsov, http://3depix.com / CC BY-SA 4.0.

La sensibilità del nostro pianeta all’anidride carbonica

Il periodo risale a ben prima che esistessero i dinosauri e la complessa vita vegetale. Il Dr. Dutkiewicz e colleghi hanno utilizzato un modello di tettonica a placche che mostra l’evoluzione dei continenti e dei bacini oceanici successivamente alla disgregazione dell’antico supercontinente Rodina. Lo hanno collegato a un modello computerizzato che calcola il degassamento dell’anidride carbonica dei vulcani sottomarini lungo le dorsali medio-oceaniche, i siti in cui le placche divergono e nasce la nuova crosta oceanica. Si sono ben presto resi conto che l’inizio della glaciazione era perfettamente correlato ad un minimo storico di emissioni di anidride carbonica vulcanica. Inoltre, tale deflusso è rimasto relativamente basso per tutta la durata della glaciazione. Cosa avrebbe dunque scatenato questa incredibile glaciazione? Be’, un insieme di fattori: l’evoluzione della superficie terrestre e le basse emissioni dei vulcani sottomarini hanno ridotto la quantità di gas serra, generando cambiamenti climatici naturali. Il livello di CO2 raggiunse infatti circa 200 parti per milione, meno della metà degli attuali livelli atmosferici. 

Il futuro della Terra

E’ importante notare che il cambiamento climatico geologico, del tipo studiato qui, avviene in modo estremamente lento. Secondo la NASA, il cambiamento climatico indotto dall’uomo sta avvenendo a un ritmo 10 volte più veloce di quanto abbiamo mai visto prima. Una recente teoria suggerisce che la Terra del futuro avrà una giunzione continentale chiamata Pangea Ultima entro 250 milioni di anni e potrebbe essere così calda che i mammiferi non riuscirebbero a vivere nell’equatore e nelle aree circostanti. Ricordate che anche nella glaciazione Sturtiana la geologia ha avuto un ruolo fondamentale con la riorganizzazione delle placche tettoniche che ha causato una notevole diminuzione delle emissioni vulcaniche. Sulla base di tali premesse è possibile che le emissioni ridotte, create durante la fase di Pangea Ultima, generino effettivamente una nuova glaciazione.

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