Gli scienziati riferiscono di elettroni accelerati legati ai raggi cosmici. A più di 40 anni dal lancio, le Voyager continuano a fare scoperte nello spazio interstellare

In un nuovo studio, un team di fisici ha individuato esplosioni di elettroni di raggi cosmici accelerati da onde d’urto originate da grandi eruzioni del Sole. Tutto è stato possibile grazie alle Voyager 1 e Voyager 2 durante il viaggio verso lo spazio interstellare.

Questi lampi di elettroni rappresentano una guardia avanzata accelerata lungo le linee del campo magnetico nel mezzo interstellare; gli elettroni sono circa 670 volte più veloci delle onde d’urto che inizialmente li hanno spinti. Successivamente ci sono oscillazioni dell’onda di plasma causate da elettroni a bassa energia che arrivavano agli strumenti delle Voyager.

Voyager 1
Rappresentazione artistica della sonda Voyager 1. Credit: NASA

Onde d’urto

Le onde d’urto sono emanate da espulsioni di massa coronale. Ci vuole più di un anno affinché le onde d’urto raggiungano le sonde ad oltre 23 miliardi di chilometri dalla Terra.

Il modello
Il modello. Credit: Gurnett et al., The Astronomical Journal, 2020

Questo potrebbe aiutare gli scienziati a comprendere le onde d’urto e le radiazioni cosmiche provenienti da esplosioni stellari. Anche le attività extraveicolari degli astronauti sulla Luna o su Marte saranno di aiuto per la misurazione dei raggi cosmici.

Voyager 1
Questa illustrazione mostra la posizione delle sonde Voyager 1 e Voyager 2 della NASA, al di fuori dell’eliosfera, una bolla protettiva creata dal Sole che si estende ben oltre l’orbita di Plutone. La Voyager 1 è uscita dall’eliosfera nell’agosto 2012. La Voyager 2 è uscita in una posizione diversa nel novembre 2018. Credit: NASA / JPL-Caltech

Il mezzo interstellare

Questi elettroni nel mezzo interstellare, probabilmente, sono riflessi da un campo magnetico rafforzato al bordo dell’onda d’urto e successivamente accelerati dal movimento dell’onda d’urto. Con l’aumentare della distanza, gli elettroni si muovono a spirale lungo le linee del campo magnetico interstellare: più si allontanano tra loro e più aumenta la velocità.

Riferimenti: