Quanto incidono i fenomeni naturali e quanto l’uomo sul clima della Terra?

L’atmosfera e i fenomeni meteorologici, quali ad esempio i venti, la pioggia, la neve et similia, insieme a tanti altri fattori come le correnti oceaniche, l’estensione dei ghiacciai, la posizione dei continenti e dell’orbita terrestre incidono sull’andamento del clima terrestre. Quest’ultimo garantisce la distribuzione delle temperature e delle precipitazioni meteoriche e al contempo è responsabile sia dell’estensione sia della posizione geografica delle foreste, dei boschi, dei deserti, dei ghiacciai, delle praterie e delle relative flora e fauna ivi presenti. Da sottolineare che in passato sulla Terra i climi sono stati molto più freddi e rigidi rispetto all’attuale temperatura media che si registra sul globo (∼15°C).

Terra
La Terra. Credit: NASA/MODIS

Indietro nel tempo

Senza andare troppo a ritroso, nell’ultimo milione di anni, si sono verificati diversi periodi glaciali contraddistinti da un abbassamento delle temperature, dall’avanzamento dei ghiacciai alternati a periodi interglaciali caratterizzati invece da un innalzamento delle temperature medie sulla superficie terrestre e dalla relativa e progressiva regressione dei ghiacciai con un’estensione più circoscritta. Contemporaneamente, durante una glaciazione si osserva una diminuzione del livello del mare, causata dalla riduzione del volume di acqua liquida sulla superficie terrestre. Invece l’innalzamento, con conseguente ingressione marina ed arretramento della linea di costa, si verifica nel periodo interglaciale. Sono pertanto proprio le fasi glaciali ed interglaciali a rappresentare uno dei fattori che concorrono alle fluttuazioni globali del livello marino (eustatismo).

Tramonto
Tramonto ripreso dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Credit: NASA

Pensate che durante la glaciazione Würm che iniziò circa 110.000 anni fa e terminò circa 12.000 anni fa il livello del mare si abbassò di circa 120 metri rispetto all’attuale. Ne consegue che il clima muta ciclicamente. Mentre fino a poco fa le cause erano prettamente di origine naturale (attività solare, attività vulcanica, mutamenti dell’orbita terrestre….), nell’ultimo periodo se n’è aggiunta un’altra. Antropica. Con lo sviluppo industriale ed il progresso, l’uomo ha immesso quantitativi abnormi di anidride carbonica, che, assieme all’azione di altri gas, genera un incremento delle temperature. Il fenomeno è quello dell’effetto serra: il calore solare riflesso rimane intrappolato all’interno dell’atmosfera

L'amosfera terrestre
L’atmosfera terrestre. Credit: ISS Crew Earth Observations Experiment and Image Science & Analysis Laboratory/Johnson Space Center

Dettagli

Ed ora un particolare che fa particolarmente riflettere e che corrobora e suffraga quanto sopraesposto. Pronti? Cento anni fa, la concentrazione di anidride carbonica era 280 ppm (parti per milione). Oggi, udite, udite, ha raggiunto quota 360 ppm. Ma Il riscaldamento terrestre, dovuto principalmente ed esponenzialmente all’attività antropica, comporta (e lo stiamo vivendo tristemente) un’ingente instabilità climatica. Nello specifico, rischi di siccità ed allagamenti, aumento del livello marino (si stima che nel 2100 possa innalzarsi di ben 90 cm). E tanto altro…

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