GLEAM-X J162759.5-523504.3 è il nome del segnale radio ripetuto rilevato nella Via Lattea che ha lasciato perplessi gli astronomi. Potrebbe provenire da un oggetto molto raro, una ‘’pulsar nana bianca’’

Prima di passare allo studio condotto dall’astrofisico Katz circa il segnale misterioso, cerchiamo di riassumere cosa accade alle stelle quando sono prossime alla fine della loro esistenza. Quando una stella muore, ci sono una serie di esiti, una volta che ha espulso il suo materiale esterno e il suo nucleo, non più supportato dalla pressione di fusione verso l’esterno, collassa per la sua stessa gravità. La tipologia di stella compatta che si viene a formare quando una stella raggiunge il suo stato finale differisce in relazione alla massa iniziale della stella. Se la stella precursore ha una massa superiore a circa 30 volte quella del Sole, il nucleo collassa in un buco nero. Una stella precursore tra otto e 30 volte la massa del Sole dà come risultato una stella di neutroni, di circa 20 km di diametro e fino a circa 1,4 volte la massa del Sole. Il nucleo di una stella precursore inferiore a 8 volte la massa del Sole collasserà in una nana bianca,impacchettando la massa fino a 1,5 volte quella del Sole in un corpo tra le dimensioni della Terra e della Luna.

Pulsar nana bianca, misterioso segnale
Questa immagine mostra una nuova vista della Via Lattea dal Murchison Widefield Array, con le frequenze più basse in rosso, le frequenze medie in verde e le frequenze più alte in blu. L’icona a forma di stella mostra la posizione del misterioso segnale.
Credit: Dr Natasha Hurley-Walker (ICRAR/Curtin) e il team GLEAM

Lo studio del 2016

Già nel 2016 gli scienziati si erano chiesti se un comportamento simile a quello delle pulsar ‘’classiche’’ poteva essere osservato nelle nane bianche e ci si avvicinarono con AR Scorpii, una stella bloccata in un sistema binario con una nana rossa che lampeggia su una scala temporale di minuti. Tuttavia la sua orbita binaria è più vicina di quelle delle pulsar nei sistemi binari, e il segnale periodico manca di coerenza: ciò significa che i processi fisici che producono il segnale potrebbero essere molto diversi dalle tradizionali pulsar. Tornando allo studio svolto di recente, la rarità della scoperta starebbe proprio nel fatto che questa volta la pulsar non sarebbe il prodotto di una supernova, ma di una nana bianca. Ma gli scienziati come sono arrivati alla proposta di questa ipotesi? Scopriamolo insieme.

Lo studio della Washington University

Il segnale radio GLEAM-X J162759.5−523504.3 è situato a circa 4.000 anni luce dalla Terra, ha un periodo di 18,18 minuti (1091 s) e i suoi impulsi mostrano emissioni a bassa frequenza (72–215 MHz) con una temperatura di luminosità ∼ 10 16 K che implica un’emissione coerente. Non ha un compagno binario con cui interagire. Soddisfa quindi i criteri di una pulsar classica. Da gennaio a marzo del 2018, i dati raccolti dal Murchison Widefield Array nel deserto australiano hanno mostrato che pulsava brillantemente per circa 30-60 secondi, ogni 18,18 minuti come detto sopra. Esso non corrispondeva al profilo di nessun oggetto astronomico noto e la prima ipotesi del team di ricerca che lo ha scoperto riferiva la provenienza del segnale ad un magnetar a periodo ultra lungo, una stella di neutroni con un campo magnetico straordinariamente potente, ma la spiegazione non si adattava ancora bene al caso; infatti non ci si aspettava di rilevarne uno così brillante che starebbe convertendo l’energia magnetica in onde radio in modo molto più efficace di qualsiasi altro visto prima. Una pulsar era considerata una possibilità, ma ci sono due problemi principali: il primo è quel lungo periodo di rotazione e il secondo è che gli impulsi erano troppo luminosi per una pulsar di stelle di neutroni. Entrambi questi problemi, spiega Katz, vengono risolti se l’oggetto ipotetico è una nana bianca.

Per aspera ad astra

Se questo fosse il caso, sarebbe la prima nana bianca scoperta che condivide la fisica e il meccanismo di radiazione delle pulsar radio tradizionali. Ciò significa che GLEAM-X J162759.5−523504.3 potrebbe essere un obiettivo promettente per osservazioni ottiche, sebbene le nane bianche siano molto deboli e potremmo non essere in grado di captare alcuna luce visibile alla sua distanza. Tuttavia data la possibilità vale la pena provare! L’Universo è lì che attende di continuare ad essere scoperto per farci meravigliare ancora.

Fonti: Sciencealert, Arxiv.org