Abbiamo individuato, fino ad ora, circa 5000 mila pianeti extrasolari al nostro Sistema Solare. Potremmo raggiungerlo in tempi brevi?

Abbiamo individuato, fino ad ora, circa 5000 mila pianeti extrasolari al nostro Sistema Solare. Alcuni sono molto strani e inospitali; pochi sembrano simili alla Terra, almeno in dimensioni e distanza dalla propria stella. Il pianeta extrasolare a noi più vicino dista poco più di 4 anni luce, appena 40 mila miliardi di chilometri, e si trova attorno a Proxima Centauri, la stella a noi più vicina. La domanda è: potremmo raggiungerlo in tempi brevi?

Le nostre astronavi più veloci sono delle obsolete lavatrici volanti che non si avvicinano nemmeno lontanamente alla velocità della luce. Viaggiano al massimo a circa 70.000 chilometri l’ora, ovvero appena 20 chilometri al secondo. Se inviassimo una sonda verso il pianeta extrasolare più vicino, impiegherebbe qualcosa come 65 mila anni per raggiungerlo, un tempo maggiore dell’intera storia della civiltà umana!

Via Lattea
Le regioni centrali della Via Lattea fotografate dal cielo scurissimo del deserto di Atacama. A quasi ogni stella di questa foto corrisponde almeno un possibile pianeta. Credit: Daniele Gasparri

Probabilmente il nostro destino, almeno per i prossimi secoli, sarà quello di ammirare da lontano, ma sempre con maggior dettaglio, questi intriganti corpi celesti. I telescopi di prossima generazione saranno in grado di fotografare la loro debolissima luce e scoprire la composizione chimica delle loro atmosfere. Strumenti sempre di maggiore precisione e sensibilità consentiranno di scoprire in modo chiaro tutta quell’invisibile flotta di pianeti terrestri ancora ignota. Perché si pensa che di “Terre” lì fuori, solo nella nostra Galassia, ce ne possano essere miliardi. E allora, la domanda che qualcuno potrebbe farsi è: perché continuare a studiare mondi che non riusciremo forse mai a raggiungere? Perché vogliamo conoscere, non conquistare.

Per approfondire, “Alla scoperta della vita nell’Universo” di Daniele Gasparri

Testo articolo di Daniele Gasparri