Il legame tra queste due materie è antico, per questa ragione è necessario partire da lontano, andiamo alla scoperta del mito della costellazione di Orione

Nell’astronomia rivestono un ruolo significativo quei miti, frutto della fantasia, con cui gli antichi spiegavano i fenomeni astronomici e naturali, quasi a volere esercitare un controllo su di essi. Lo scopo era uno solo: esorcizzare le proprie paure. Furono i Babilonesi i primi a trarre dei segni dall’osservazione celeste per l’interpretazione degli eventi futuri, dopodiché toccò agli Egizi.

Parte del cielo boreale. Credit: Stellarium

Mitologia e costellazioni

Ogni popolo destinava un posto ed un ruolo nel firmamento alle proprie divinità e ai propri eroi. I Greci adattarono alla propria cultura mitologica le conoscenze dei loro predecessori e stilarono così i primi cataloghi stellari. Nacquero così serie di costellazioni, pianeti e altri corpi celesti, ognuno dei quali impersonava i personaggi cari all’immaginario collettivo. Detto ciò, non dobbiamo pensare che tutte le costellazioni abbiano un’origine legata alla mitologia antica: infatti, la gran parte di quelle circumpolari meridionali sono nate molto dopo, essendo il cielo meridionale precluso alle civiltà del Mediterraneo per via della latitudine. Furono introdotte, infatti, dagli astronomi dal 1500 in poi, dopo che l’esplorazione dell’emisfero australe aveva mostrato quella parte di cielo rimasta sino ad allora celata.

Il mito di Orione

Secondo la mitologia greca, Orione era un gigantesco e aitante cacciatore, il più abile dei suoi tempi, figlio del dio del mare, Poseidone, e di Euriale, figlia del re di Creta Minosse. Il mito racconta che una notte, sull’isola di Chio, Orione corteggiò Merope, la figlia del re Enopio: questi si adirò moltissimo, lo accecò e lo bandì dall’isola. Orione, dopo vari giorni di totale smarrimento ebbe un oracolo, che gli predisse che se si fosse recato verso oriente avrebbe potuto riacquistare la vista. Si recò quindi sull’isola di Lemno dove incontrò Efesto, il dio del fuoco. Efesto, impietosito dalla sua cecità, decise di affidarlo ad uno dei suoi apprendisti, Cedalione, il quale lo condusse attraverso l’oceano fino ad arrivare in una lontanissima isola dove viveva Eos, la dea dell’Aurora. La dea si innamorò subito del bellissimo e possente Orione e suo fratello Elio, in segno di amicizia, gli restituì la vista.

Orione
Orione.
Credit: NASA

Artemide si vendica dell’oltraggio subito

Un giorno la dea della caccia Artemide (o Diana) si invaghì di Orione ed iniziò a fargli delle esplicite avance. Orione declinò i ripetuti inviti garbatamente, spiegando alla dea che mai avrebbe potuto tradire la sua amata sposa, alla quale sarebbe stato eternamente fedele, perché grato di avergli fatto riacquistare la vista. Artemide si mise il cuore in pace fino a quando non scoprì che Orione stava facendo una corte spietata alle Pleiadi, le 7 figlie di Atlante e Pleione, nonché sue ancelle. Le inseguiva ovunque, nonostante i ripetuti rinneghi delle ragazze, fino a quando Zeus, il padre degli dei, ebbe pietà di loro e decise di tramutarle prima in colombe e successivamente in stelle. Artemide non potendo sopportare l’affronto di Orione, desiderosa di vendetta, decise di inviare nella sua abitazione, mentre egli dormiva, un velenosissimo scorpione che lo avrebbe punto e quindi ucciso con il suo mortale veleno. Secondo altre varianti del mito di Orione, lo scorpione gli fu inviato dalla madre terra Gea, dopo che Orione aveva affermato tracotante di poter uccidere tutti gli animali che ella poteva generare.

Tra mito e leggenda

Così fu e sia lo scorpione (che morì dopo aver punto Orione) che Orione furono collocati in cielo da Zeus, sotto forma di costellazioni, ma collocati in punti opposti del cielo affinché lo scorpione non potesse più pungere il cacciatore. Quando vediamo la costellazione di Orione tramontare ad ovest, vediamo sorgere ad est quella dello Scorpione. In cielo assistiamo quindi a ciò che il mito descrive: Orione che muore quando lo Scorpione emerge dalla terra. Notiamo che non avviene il contrario: quando Orione inizia a sorgere, lo Scorpione è già completamente tramontato da più di un’ora. La morte di Orione lasciò solo e disperato il suo fedele cane Sirio che ululò per tre giorni di fila fino a che Zeus, scocciato dalle sue urla strazianti, decise di portarlo in cielo accanto al suo padrone, formando così la costellazione del Cane Maggiore. Il mito spiega anche perchè se osserviamo il cielo vediamo la costellazione di Orione molto vicina a quella del Toro, dove risiedono appunto le Pleiadi. Nel suo lento movimento nel cielo Orione segue quindi ininterrottamente questo ammasso di stelle.

Via Lattea
Sirio al centro dell’immagine di fianco al suo padrone Orione. Notate anche il triangolo invernale formato da SirioProcione in alto a sinistra e Betelgeuse in alto a destra.
Credit: Akira Fujii

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