Uno studio dell’Università di Ottawa pubblicato oggi mette in discussione l’attuale modello dell’universo dimostrando che, in realtà, non c’è spazio per la materia oscura.

In cosmologia, il termine materia oscura descrive tutto ciò che sembra non interagire con la luce o il campo elettromagnetico, o che può essere spiegato solo attraverso la forza gravitazionale. Non possiamo vederlo, né sappiamo di cosa sia fatto, ma ci aiuta a capire come si comportano le galassie, i pianeti e le stelle. Rajendra Gupta, professore di fisica presso la Facoltà di Scienze, ha utilizzato una combinazione delle “costanti di accoppiamento covarianti” (CCC) e della “luce stanca” (TL) (detto modello CCC+TL) per creare un nuovo modello cosmologico che giunge a questa conclusione. Questa scoperta mette in dubbio la comprensione prevalente dell’Universo, la quale suggerisce che circa il 27% di esso è composto da materia oscura e meno del 5% da materia ordinaria, mentre il restante è energia oscura.

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Sfidare la necessità di materia oscura nell’Universo

Materia Oscura
Simulazione della distribuzione della materia oscura nell’Universo. Credit: Tom Abel & Ralf Kaehler (KIPAC, SLAC), AMNH

Un modello con due idee

Questo modello combina due idee: su come le forze della natura diminuiscono nel tempo cosmico e su come la luce perde energia quando percorre una lunga distanza. È stato testato e ha dimostrato di corrispondere a diverse osservazioni, ad esempio su come sono distribuite le galassie e su come si è evoluta la luce proveniente dall’universo primordiale.

I risultati dello studio che il loro lavoro precedente che stimava l’età dell’universo a circa 26,7 miliardi di anni ha permesso di scoprire che l’universo non necessita della materia oscura per esistere. Nella cosmologia standard, si dice che l’espansione accelerata dell’universo sia causata dall’energia oscura, ma in realtà è dovuta alle forze indebolenti della natura mentre si espande, non all’energia oscura.

Il redshift

Gli “spostamenti verso il rosso” si riferiscono a quando la luce viene spostata verso la parte rossa dello spettro. Il ricercatore ha analizzato i dati di recenti articoli sulla distribuzione delle galassie a basso spostamento verso il rosso e la dimensione angolare dell’orizzonte sonoro presenti in letteratura ad alto spostamento verso il rosso. Ci sono diversi articoli che mettono in dubbio l’esistenza della materia oscura, ma questo è il primo che elimina la sua esistenza cosmologica pur essendo coerente con le principali osservazioni che abbiamo avuto il tempo di confermare. Sfidando la necessità di materia oscura nell’universo e fornendo prove per un nuovo modello cosmologico, questo studio apre ora nuove strade per esplorare le proprietà fondamentali dell’Universo.

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Fonte: Ottawa University, Astrophysical Journal