Nell’ambito del progetto MERMOZ, un team di scienziati è riuscito a rilevare firme bio-molecolari a distanza. Questa tecnologia potrebbe essere utile per la ricerca di vita nell’universo.

La mano sinistra e la mano destra sono immagini speculari quasi perfette l’una dell’altra. Ma in qualunque modo le giriate, non possono essere sovrapposte. Questo è il motivo per cui il guanto sinistro semplicemente non si adatta bene alla mano destra, e viceversa. Nella scienza, questa proprietà viene chiamata chiralità. Proprio come le mani sono chirali, anche le molecole possono esserlo. In effetti, la maggior parte delle molecole nelle cellule degli organismi viventi, come il DNA, sono chirali. A differenza delle mani, tuttavia, che di solito si presentano in coppia, le molecole della vita si presentano quasi esclusivamente nella versione “mancino” o “destra”. Sono omochirali, come dicono gli scienziati. Perché ciò accada, non è ancora chiaro. Ma questa omochiralità molecolare è una proprietà caratteristica della vita, una cosiddetta biofirma.

Advertisement
Banner Plus

I dettagli del nuovo studio

Nell’ambito del progetto MERMOZ, un team di scienziati è riuscito a rilevare questa firma da una distanza di 2 chilometri e ad una velocità di 70 km/h. “Abbiamo eseguito queste misurazioni su una piattaforma che si muoveva, e siamo comunque riusciti a rilevare queste biofirme in pochi secondi” spiegano.

Uno strumento che riconosce la materia vivente

“Quando la luce viene riflessa dalla materia biologica, una parte delle onde elettromagnetiche della luce viaggia in spirali in senso orario o antiorario. Questo fenomeno è chiamato polarizzazione circolare ed è causato dall’omochiralità della materia biologica. Simili spirali di luce non sono prodotte dalla natura abiotica o non vivente”.

Impossibile fino a poco tempo fa

I nuovi risultati sarebbero stati impossibili fino a poco tempo fa. “Solo 4 anni fa potevamo rilevare il segnale solo da una distanza molto ravvicinata, circa 20 cm, e per farlo dovevamo osservare lo stesso punto per diversi minuti”, ricordano i ricercatori. Ma gli aggiornamenti apportati allo strumento consentono un rilevamento molto più veloce e stabile, anche a distanza.

Cercare vita nell’universo

“Il prossimo passo è eseguire rilevamenti simili dalla Stazione Spaziale Internazionale, guardando la Terra. Ciò ci consentirà di valutare la rilevabilità delle biofirme su scala planetaria. Questo passo sarà decisivo per consentire la ricerca della vita dentro e oltre il nostro Sistema Solare utilizzando la polarizzazione”, concludono.

Riferimenti: Università di Berna