Il 15 novembre del 1988 i sovietici lanciavano nello spazio il loro primo orbiter riutilizzabile. Ecco come ci si arrivò.

Forse non tutti sanno che il programma Buran fu la risposta dei sovietici allo Space Shuttle della NASA. La controparte dello shuttle a stelle e strisce consisteva in un veicolo leggero e resistente, con ali a delta. L’obiettivo, infatti, era mantenere una parità strategica fra le due potenze: i sovietici credevano che gli Stati Uniti volessero usare lo shuttle per scopi bellici. Lo consideravano quindi una potenziale minaccia per l’Unione Sovietica. I primi modelli di prova vennero costruiti nel 1980, mentre il primo volo suborbitale di un modello in scala venne effettuato solo nel luglio del 1984.

Si dovranno attendere altri 4 anni per completare il Buran 1.01, prima navetta completata dell’omonimo programma. Ecco come andarono le cose.

Il primo volo del programma Buran. Credit: Wikipedia
https://en.wikipedia.org/wiki/Buran_(spacecraft)#/media/File:Buran_on_An-225_(Le_Bourget_1989)_1.JPEG

15 novembre 1988: il primo volo del programma spaziale sovietico Buran

Era la prima volta che i sovietici lanciavano un orbiter riutilizzabile. Il lancio avvenne dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan: non era previsto equipaggio a bordo e il volo durò 3 ore e 20 minuti. Si concluse con un perfetto atterraggio automatizzato. Una seconda missione senza equipaggio venne poi pianificata per il 1989, ma il crollo dell’Unione Sovietica ne impedì la realizzazione e la prosecuzione.

Il programma Buran fu il più costoso e ambizioso della storia dell’Unione Sovietica. Nel progetto furono infatti impiegate più o meno un milione di persone e il costo totale si aggirò tra i 15 e i 17 miliardi di rubli. È stato cancellato definitivamente nel 1993 e il 12 maggio del 2002 il crollo di un soffitto di un hangar di Baikonur causò la distruzione dell’unica navetta completa esistente.

Attualmente c’è un ultimo esemplare di Buran, l’1.02, che si trova sempre nel cosmodromo di Baikonur. Ci sono poi diversi veicoli di prova del programma che sono tutt’ora conservati in parchi e musei dedicati all’esplorazione spaziale, tra cui il tester statico OK-TVA e quello aereo OK-GLI.

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