Un nuovo studio mette la parola fine alla questione fosfina: era solo anidride solforosa

La scoperta della presenza di fosfina nell’atmosfera di Venere è oramai diventata vero e proprio “gossip scientifico” nel quale, a colpi di paper, i sostenitori e gli scettici portano prove a favore dell’una o dell’altra tesi.

Una breve ricapitolazione

A Settembre dello scorso anno il team guidato dalla dottoressa Graves annunciava, a seguito delle osservazioni ottenute con il radiotelescopio Alma, la presenza di fosfina nell’atmosfera di Venere e più precisamente nelle sue nubi, ad un’ altezza tale da renderla compatibile con processi di formazione biologica. In effetti la fosfina viene considerata come una “biofirma” ovvero una molecola la cui presenza può essere indicativa di forme di vita, sebbene essa possa anche essere il prodotto di processi chimici non necessariamente connessi alla biologia. Tuttavia i risultati in termini di quantità mal si conciliavano con ipotesi inorganiche e hanno stimolato non pochi interrogati nella comunità scientifica. Ma come ben sappiamo la scienza non si basa su supposizioni bensì su prove e fatti che siano i più solidi ed inoppugnabili possibile! Ed ecco, che a distanza di poco tempo, arriva un altro lavoro a mettere in dubbio l’affidabilità delle osservazioni ottenute facendo emergere un errore di valutazione per così dire, nei processi di di analisi dei dati e affermando che le quantità osservate erano in realtà molto più basse, senza escludere definitivamente però la presenza della stessa. Ma ora invece? Con questo ultimo lavoro le cose sembrano cambiare molto e purtroppo non a vantaggio di eventuali microrganismi venusiani!

Venere
Venere. Credit: NASA

Lo studio, la tecnica ed i risultati: anidride solforosa.

Nell’articolo, che sarà a breve pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal“, i ricercatori dell’ Università di Washington in collaborazione anche con i membri del JPG della NASA ed altri enti, hanno dimostrato come quella osservata non era in realtà fosfina bensì semplice anidride solforosa, una molecola che non solo è la terza sostanza più abbondante nell’atmosfera di Venere, ma è anche tutto fuorché una biofirma! Insomma niente vita, solo semplice chimica! Ma come sono arrivati a tele conclusione?

Come spiegato nell’articolo dagli stessi autori, i risultati ottenuti avevano suscitato non pochi dubbi anche perché stonavano, non poco, con la chimica del pianeta ed in aggiunta le quantità di anidride solforosa parevano essere troppo basse per le conoscenze sviluppate fino a quel momento. I ricercatori, allora, hanno applicato un particolare tipo di modello definito di trasferimento radiativo, che basandosi su osservazioni decennali sia da terra che dallo spazio di Venere, hanno permesso loro di ricostruire le dinamiche dell’atmosfera del pianeta e di simulare il segnale dell’anidride solforosa e della fosfina nei vari strati dell’atmosfera del pianeta. Risultato? Il segnale di 266.94 GHz, rilevato da ALMA nel 2019 non solo era riconducibile perfettamente all’anidride solforosa, ma non si sviluppava neanche nelle nubi del pianeta ma a circa 80 km dalla superficie dello stesso vale a dire nella mesosfera, dove per caratteristiche di temperatura, reazioni chimiche e pressione le molecole di fosfina vengono degradate in pochissimi secondi mentre quelle di anidride solforosa no!

In altri termini, se fosse stata realmente fosfina quella rilevata, allora il numero di microorganismi capaci di produrla, sarebbe dovuto essere elevatissimo e maggiore di quello degli organismi che, sul nostro pianeta, producono ed immettono ossigeno nell’atmosfera! Lo studio è davvero interessante ed articolato, da spiegare in un breve articolo divulgativo, pertanto consigliamo a chi volesse approfondire di leggere il paper disponibile qui.

In conclusione

Per quanto triste e deludente siano questi risultati sotto il profilo astrobiologico, essi sono estremamente interessanti dal punto di vista astronomico e della planetologia, sottolineando che sebbene Venere rappresenti un vero e proprio mistero ancora da scoprire, la nostra Scienza ed i suoi risultati non sono poi così lontani dalla realtà, oltre ad evidenziare ancora una volta la robustezza del metodo scientifico che, allo stupore iniziale, sostituisce immediatamente il raziocino e il pragmatismo.

Credits: https://arxiv.org/abs/2101.09837

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