Un’azienda americana specializzata in cimeli spaziali ha messo all’asta tre scarafaggi che avrebbero mangiato la polvere lunare raccolta dall’Apollo 11.

Un curioso esperimento che ha come protagonisti tre scarafaggi e la polvere lunare riportata sulla Terra dalla missione Apollo 11. Ebbene, questi tre animaletti vennero nutriti con polvere lunare per osservarne gli effetti patologici. Si tratta di tre esemplari di blattella germanica perfettamente conservati. A metterli all’asta un’azienda del New Hampshire, la RR Auction.

I tre scarafaggi dell’Apollo 11. Credit: RR Auction

Una quarantena di 21 giorni

Ma come ha fatto la polvere lunare a finire nella pancia di questi scarafaggi? Tutto ebbe inizio con la prima missione che riguardava la presenza umana sulla Luna. Prima dell’Apollo 11, infatti, gli scienziati non potevano prevedere esattamente cosa Armstrong e Aldrin avrebbero incontrato una volta lì e cosa avrebbero potuto riportare sulla Terra. E sebbene la maggior parte dei biologi fosse certa che sulla Luna non ci fossero forme di vita aliena, non erano altrettanto certi che non ci fossero germi e microbi, sul nostro satellite.

C’è una scena emblematica, in tal senso, alla fine del film “First Man – Il primo uomo”: per evitare contaminazioni l’equipaggio e tutto ciò che era stato sulla Luna vennero messi in quarantena per 21 giorni, una volta tornati a casa. La NASA costruì perfino una struttura ad hoc per isolare gli astronauti dal mondo esterno. Lì vennero sottoposti ad una serie di esami, mentre alcuni animali (compresi gli scarafaggi) vennero messi a contatto con rocce e polvere lunare per vedere come avrebbero reagito. Si stima che il 10% delle rocce raccolte sulla Luna sia stato utilizzato per questo scopo. Si capì solo più tardi che né gli astronauti né gli insetti erano stati in alcun modo influenzati dalla loro esposizione alla Luna.

Riferimenti: Interesting Engineering