Un nuovo studio suggerisce che le maree potrebbero causare oscillazioni che rimuovono oggetti coorbitali nei sistemi di esopianeti.

Nel nostro sistema solare si trovano molti esempi di oggetti coorbitali: corpi che condividono la stessa orbita attorno al Sole o a un pianeta. Gli asteroidi troiani ne sono un esempio. Ma non abbiamo ancora osservato alcun oggetto coorbitale simile nei sistemi extrasolari nonostante la scoperta di più di 5000 esopianeti. In un nuovo studio pubblicato su Icarus da ricercatori NASA e del SETI, gli autori hanno teorizzato che vi siano oggetti come gli asteroidi troiani, ma quelli che sono grandi e su orbite di breve periodo (e quindi relativamente facili da osservare) sono in genere costretti a uscire dall’orbita a causa delle forze di marea. Quando ciò accade, finiscono in collisione con la loro stella o con il loro pianeta ospitante.

Una rappresentazione grafica dell’orbita che un potenziale esopianeta troiano assume quando è sotto l’influenza delle forze di marea. Credit: SETI

L‘influenza delle forze di marea

Quando verranno scoperti esopianeti troiani, questo lavoro potrebbe aiutare a rivelare alcune proprietà delle loro strutture interne“, ha affermato Dobrovolskis, ricercatore presso l’Istituto SETI.

Qui sulla Terra, l’attrito causato dalle maree fa rallentare la rotazione terrestre, con il risultato che la nostra Luna si allontana dalla Terra. Generalizzando la teoria dell’attrito di marea a sistemi con più di due corpi, gli autori hanno applicato la teoria a sistemi che includono una stella, un pianeta gigante e un pianeta simile alla Terra che oscilla attorno a L4 o L5 di un pianeta gigante.


Sulla base della loro analisi, le maree sollevate dalla stella e dal pianeta gigante sul pianeta simile alla Terra hanno fatto aumentare le sue oscillazioni fino a diventare instabili. Le simulazioni numeriche mostrano che le oscillazioni dell’oggetto troiano mutano da una forma ovale a una forma di banana e alla fine vengono espulsi dall’orbita condivisa, finendo in collisione con la stella o con il pianeta gigante. Questo suggerisce che le maree stanno rimuovendo oggetti coorbitali prima che possiamo osservarli. 

Gli esopianeti. Credit: NASA

Se tali oggetti esistono, sarà solo questione di tempo prima di riuscire a trovarli, grazie alla capacità crescente dell’umanità di rilevare esopianeti. I prossimi modelli aiuteranno anche a informare gli astronomi sulla composizione interna di qualsiasi pianeta coorbitale di questo tipo. Ciò potrebbe tornare utile prima del previsto, poiché è già in corso una missione verso gli asteroidi troiani. La missione Lucy, lanciata in ottobre, potrebbe aiutare a caratterizzare l’aspetto degli oggetti coorbitali nel nostro sistema solare e quindi aiutarci a capire come potrebbero apparire in altri sistemi stellari.

Riferimenti: SETI, UniverseToday

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