La straordinaria potenza del vettore SLS sprigionata durante il decollo di Artemis I ha causato alcuni danni al pad di lancio.

Il successo di Artemis I ha consentito ai tecnici di testare il razzo più potente mai costruito in tutte le sue fasi di decollo e di volo. Con 8,8 milioni di libbre di spinta al decollo, lo Space Launch System (SLS) della NASA ha segnato una bella differenza sia in termini tecnologici che di potenza con il precedente Saturn V – che ha portato gli astronauti sulla luna nel 1969 – che ne produsse 7,5. Ma dopo il decollo del 16 novembre, la piattaforma di lancio è rimasta danneggiata seppur entro i limiti previsti dagli operatori.

Secondo Mike Serafin, il responsabile di missione, i danni osservati riguardano solo un paio di aree dello “Zero Deck”, ovvero la sezione della piattaforma di lancio mobile che sostiene il peso dei motori durante il decollo.

Danni collaterali

Veduta aerea del pad 39b di Cape Canaveral dopo il decollo di Artemis I. Credit: NASA

I danni includono lo scolorimento e il distacco della vernice sul pad, la rottura di due telecamere rese inutilizzabili e la distruzione di un paio di porte dell’ascensore, esplose a causa dell’intensa pressione al momento del lancio. I livelli superiori del lanciatore mobile sono attualmente accessibili solo tramite scale e la riparazione degli ascensori richiederà qualche mese.

Seppur saranno necessarie alcune riparazioni prima di un secondo volo, il pad verrà aggiornato e reso pronto a supportare le prossime missioni Artemis. La NASA aveva già previsto queste possibilità nel piano preliminare e nel budget, perciò non ci saranno problemi per Artemis II previsto nel 2024.

Dopo il lancio si è ipotizzato che il danno fosse diffuso, principalmente perché la NASA aveva chiesto ai giornalisti di non fotografare la torre di lancio subito dopo il decollo. La NASA aveva infatti segnalato possibili violazioni della sicurezza relative all’ITAR (International Traffic in Arms Regulations), sostenendo che alcune caratteristiche ora esposte potevano presentare un rischio per la sicurezza se condivise pubblicamente.

In seguito la NASA ha precisato tutti i vari danni riportati tra cui alcuni piccole perdite nelle linee pneumatiche associate all’azoto gassoso e all’elio gassoso. I sistemi di terra del pad, nel complesso, hanno superato le aspettative e i tecnici sono fiduciosi che saranno tutti pronti per i prossimi lanci.

Riferimenti: Universe Today, NASA

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