Nessun veicolo spaziale è andato più lontano della Voyager 1 della NASA. Lanciata nel 1977 per sorvolare Giove e Saturno, la Voyager 1 è entrata nello spazio interstellare nell’agosto 2012 e continua a raccogliere dati.

La sonda Voyager 1 della NASA è stata lanciata dopo la Voyager 2, nel 1977. Ha iniziato a raccogliere i primi dati di Giove nell’aprile del 1978, quando si trovava a circa 265 milioni di chilometri dal pianeta. Le immagini inviate a gennaio 1979 indicavano che l’atmosfera di Giove era più turbolenta rispetto ai passaggi ravvicinati delle sonde Pioneer nel 1973-1974. A partire dal 30 gennaio 1979, la Voyager 1 scattò una foto ogni 96 secondi per un arco di 100 ore per generare un filmato time-lapse a colori per rappresentare 10 rotazioni di Giove. Il 10 febbraio 1979, la navicella spaziale attraversò il sistema lunare gioviano e all’inizio di marzo scoprì un sottile anello che circondava Giove (meno di 30 chilometri di spessore).

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Il suono di Giove

L’incontro più ravvicinato con Giove avvenne il 5 marzo 1979, a una distanza di circa 280.000 chilometri. In seguito la sonda sorvolò diverse lune, inclusa Amaltea, Io, Europa, Ganimede e Callisto, inviando foto spettacolari alla Terra. Tra le scoperte più interessanti c’è stata quella su Io, dove le immagini mostravano un bizzarro mondo giallo, arancione e marrone con almeno otto vulcani attivi che eruttavano materiale nello spazio, rendendolo uno dei corpi celesti più geologicamente attivi nel sistema solare. La presenza di vulcani attivi ha suggerito che lo zolfo e l’ossigeno nello spazio gioviano potrebbero essere il risultato dei pennacchi vulcanici di Io ricchi di anidride solforosa.

La scoperta di due nuove lune

La Voyager ha anche scoperto due lune nuove, Tebe e Metis. Dopo l’incontro con Giove, la Voyager 1 completò una prima correzione di rotta il 9 aprile 1979, in preparazione all’incontro con Saturno. Una seconda correzione il 10 ottobre 1979 assicurò che la navicella spaziale non avrebbe colpito Titano, la luna di Saturno.

Da dove arrivano i suoni di un pianeta

Ma cosa intendiamo per “suoni di Giove”? Innanzitutto, i suoni non vengono prodotti sul pianeta stesso, ma nella magnetosfera, la bolla magnetica che circonda il pianeta. In questo caso, la maggior parte dei segnali sono generati dall’interazione del vento solare che si scontra con la magnetosfera di Giove. Queste onde non sono le stesse onde di pressione nell’atmosfera che normalmente consideriamo sonore. Tuttavia, hanno alcune somiglianze. Anche se lo spazio è per lo più vuoto, è “riempito” di particelle con una densità tipicamente compresa tra poche e diverse centinaia di particelle per centimetro cubo vicino ai pianeti.

Il plasma

La maggior parte di questi sono carichi e costituiscono ciò che chiamiamo plasma. Essendo cariche, queste particelle interagiscono tra loro senza bisogno di “scontrarsi” come fanno nell’atmosfera. Le particelle cariche producono campi e onde elettromagnetiche. Molte di queste interazioni si verificano a frequenze udibili dagli esseri umani. Ciò non significa che un orecchio umano possa sentirli nello spazio, ma è concepibile che un microfono ultrasensibile possa misurarle. In pratica, tuttavia, è molto più semplice misurare le oscillazioni dei campi elettrici e magnetici associati con le antenne, e questo è proprio quello che fa la NASA.

Riferimenti: NASA