Torniamo ancora una volta a parlare di uno dei corpi celesti più noti tra quelli, a volte, visibili a occhio nudo: le comete.

Sotto forma di ammassi di polvere e ghiaccio, le comete si trovano principalmente nel sistema solare. Alcune di esse, quelle dette ‘di breve periodo’ (impiegano meno di 200 anni per orbitare attorno al Sole), si trovano oltre l’orbita del pianeta Nettuno in una regione nota come fascia di Kuiper.

La cometa C/2022 E3 (ZTF), scoperta quest’anno all’inizio di marzo utilizzando lo Zwicky Transient Facility. Credit: Alessandro Bianconi (CC BY-SA 2.0).

Altre, invece, si trovano nella Nube di Oort, una zona circa 50 volte più lontano dal Sole rispetto alla già citata fascia di Kuiper; tali comete sono dette ‘di lungo periodo’ perché impiegano molto più tempo per completare un’orbita attorno al Sole (quella con l’orbita più lunga attualmente conosciuta ci impiega più di 250’000 anni).

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Accade, a volte, che l’attrazione gravitazionale di pianeti e stelle ‘strappi’ le comete dalle suddette regioni e le indirizzi verso il Sole; se non vi cade sopra, la cometa viene deviata dalla nostra stella verso il punto da cui era venuta. Ed è proprio nel tragitto percorso nella parte interna del sistema solare, in arrivo o in partenza che sia, che possiamo ammirare la cometa stessa.

Ma analizziamo la cometa più da vicino. Al suo interno, nel cosiddetto ‘nucleo’, vi sono polvere e ghiaccio che si estendono per almeno 16 chilometri circa. Ora, quando una cometa si avvicina al Sole, essa inizia a riscaldarsi; così il ghiaccio si converte in gas che viene a volte espulso sotto forma di getti, i quali trascinano con sé anche la polvere; quindi, alla fine, una nube di gas e polvere avvolge il nucleo della cometa e prende il nome di ‘chioma’.

Così, la luce e le particelle emesse dal Sole, spingono la chioma formando delle code che si estendono per milioni di chilometri. In particolare, le code sono due: una più bianca fatta di polvere che traccia un percorso ampio e curvo in direzione opposta al Sole; l’altra, invece, è bluastra ed è costituita dagli ioni del gas (molecole cariche elettricamente) che tendono anch’essi ad allontanarsi dalla stella, ma lo fanno lungo una linea retta.

Per concludere, segue un video dell’ESA in cui il ricercatore Charlotte Götz ci parla anche dell’eplorazione robotica delle comete.

Fonte: NASA.

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