A più riprese il Papa si era battuto contro i negazionisti del cambiamento climatico, esortando i governi ad agire in fretta.

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Papa Francesco si è a lungo battuto per l’ambiente e nella lotta ai cambiamenti climatici. Tra le tante esortazioni del Santo Padre ce n’è una, del 2023, in cui attacca senza sconti i negazionisti del cambiamento climatico. Si tratta di “Laudate Deum”, un testo in continuità con quello del 2015 “Laudato Sì” (all’epoca molto criticato dai repubblicani Usa) per lanciare l’allarme ed esortare i governi di tutto il mondo a fare in fretta per salvare il futuro delle prossime generazioni.

L’esortazione di Papa Francesco

Papa Francesco a Yerevan, in Armenia, il 25 giugno 2016. Crediti: depositphotos.

Francesco scriveva che “la nostra preoccupazione per il cambiamento climatico va oltre un approccio meramente ecologico”, perché “la nostra cura per l’altro e la nostra cura per la terra sono intimamente legate. Il cambiamento climatico è una delle principali sfide che la società e la comunità globale devono affrontare. Gli effetti del cambiamento climatico sono subiti dalle persone più vulnerabili, sia in patria che nel mondo”.

L’attacco ai negazionisti del cambiamento climatico

“Negli ultimi anni non sono mancate le persone che hanno cercato di minimizzare questa osservazione. Citano dati presumibilmente scientifici, come il fatto che il pianeta ha sempre avuto e avrà sempre periodi di raffreddamento e riscaldamento. Trascurano di menzionare un altro dato rilevante: quello a cui stiamo assistendo ora è un’insolita accelerazione del riscaldamento, con una velocità tale che basta una sola generazione, non secoli o millenni, per accorgersene. L’innalzamento del livello del mare e lo scioglimento dei ghiacciai possono essere facilmente percepiti da una persona nell’arco della sua vita, e probabilmente tra pochi anni molte popolazioni dovranno spostare le loro case a causa di questi eventi”.

A chi diceva che faceva più freddo, nonostante il riscaldamento globale

E ancora: “Per porre in ridicolo chi parla di riscaldamento globale, si ricorre al fatto che si verificano di frequente anche freddi estremi. Si dimentica che questi e altri sintomi straordinari sono solo espressioni alternative della stessa causa: lo squilibrio globale causato dal riscaldamento del pianeta. Siccità e alluvioni, prosciugamento di laghi e popolazioni spazzate via da maremoti o inondazioni hanno in fondo la stessa origine. D’altra parte, se parliamo di un fenomeno globale, non possiamo confonderlo con eventi transitori e mutevoli, che sono in gran parte spiegati da fattori locali” scriveva il Papa.

La causa è l’uomo

Secondo il Papa “l’origine umana, “antropica”, del cambiamento climatico non può più essere messa in dubbio. La concentrazione dei gas serra nell’atmosfera… è rimasta stabile fino al XIX secolo… Negli ultimi cinquant’anni l’aumento ha subito una forte accelerazione”. Per quanto riguarda la temperatura, “è aumentata a una velocità inedita, senza precedenti negli ultimi duemila anni. In questo periodo la tendenza è stata di un riscaldamento di 0,15 gradi centigradi per decennio, il doppio rispetto agli ultimi 150 anni… A questo ritmo, solo tra dieci anni raggiungeremo il limite massimo globale auspicabile di 1,5 gradi centigradi. La stragrande maggioranza degli studiosi del clima sostiene questa correlazione e solo una minima percentuale di essi tenta di negare tale evidenza”.

Concludeva il Papa che “la crisi climatica non è propriamente una questione che interessi alle grandi potenze economiche, che si preoccupano di ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibili”. Poi l’affondo alla Chiesa: “Sono costretto a fare queste precisazioni, che possono sembrare ovvie, a causa di certe opinioni sprezzanti e irragionevoli che trovo anche all’interno della Chiesa cattolica”.

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