Divisa oggi in Carena, Poppa e Vele, la costellazione della Nave Argo abbracciava gran parte dell’emisfero australe. Scopriamo il suo mito!

La costellazione della Nave Argo era veramente immensa. Essa abbracciava buona parte della volta celeste dell’emisfero celeste sud ed era originariamente formata da circa 800 stelle disseminate su una grande superficie cosmica. Essa era attraversata dalla Via Lattea e la sua prua era rivolta ad est. È l’unica delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo che non è più riconosciuta come tale, essendo stata divisa in Carena, Poppa e Vele.

Nave Argo
La costellazione della Nave Argo. Credit: Roberto Mura

Alla conquista del Vello d’oro

Ad essere ricordata in questa costellazione è la nave Argo, l’imbarcazione costruita con il legno sacro agli dèi usata da Giasone e dai suoi Argonauti per affrontare il viaggio che li avrebbe portati alla conquista del Vello d’oro. Argo significa «rapido» ma era anche il nome del costruttore della nave. Il Vello d’oro nasce dalla storia di Atamante. A quei tempi regnava nella città di Iolco, in Tessaglia, il re Atamante. La sua sposa Nefele era morta lasciando due bambini: Elle e Frisso.  La nuova sposa di Atamante, Ino, invasa da furore omicida, suggerì al re di sacrificare i bambini a Zeus, perché fosse allontanato dalla loro terra il flagello della carestia.  Allora Nefele, che gli dei avevano trasformato in una nuvola, per proteggere i suoi figli, mandò loro un ariete volante dallo splendido vello d’oro. Il prodigioso animale fece salire sulla sua groppa scintillante i due bambini e li condusse in volo nel lontano Oriente.

Durante il viaggio sull’ariete, però, Elle cadde in mare ed annegò, mentre invece Frisso riuscì a salvarsi e giunse nella Colchide. Grato a Zeus per averlo salvato, Frisso sacrificò l’ariete al dio e donò il vello d’oro al re Eete, anche per ringraziarlo della sua accoglienza. Il vello venne quindi inchiodato ad una quercia in un bosco consacrato al dio Ares. Secondo il mito, la Nave Argo era stata costruita con l’aiuto della dea Atena e nella sua prua era contenuto un frammento di legno magico con un potere particolare: poteva parlare e fornire profezie all’equipaggio. Al termine dell’impresa di Giasone e dei suoi Argonauti, che riuscirono ad impossessarsi del vello d’oro, la Nave Argo venne consacrata a Poseidone, dio del mare, e venne trasportata in cielo dove si trasformò nella costellazione della Nave Argo (secondo Tolomeo).

La Nave Argo in un dipinto di Lorenzo Costa

La costellazione della Nave Argo oggi

La costellazione venne in seguito smembrata dall’abate Nicolas de Lacaille, nel 1752, in quattro parti: la Carena, le Vele, la Poppa e la Bussola. Soltanto le ultime due sono visibili, parzialmente e molto basse, nei nostri cieli di fine inverno. Tale smembramento però è solo una questione di denominazione perché le stelle di tali costellazioni sono le stesse di Argo, che continua a vivere pertanto sotto falsi nomi. Dividendo la costellazione principale in tre parti, l’astronomo non ha rinominato le stelle (ricominciando da αβ ecc.) e così si è creata un po’ di confusione, che non consente di capire subito quali sono le stelle più brillanti di ognuna delle tre.

La costellazione della Bussola. Credit:Roberto Mura

La Bussola: l’albero maestro della Nave

La costellazione Bussola viene considerata appunto la bussola della Nave, anche se certamente gli antichi Greci non conoscevano e non utilizzavano questo strumento. La ragione di questa associazione è che la costellazione Bussola è ad est della costellazione Poppa e a nord delle Vele, in una posizione che la faceva ritenere in antichità l’albero maestro della nave.