Pronta al decollo a bordo di un razzo Falcon 9 della SpaceX dalla base di Vandenber, in California, la missione DART (Double Asteroid Redirection Test) rappresenta il primo test spaziale di tecnologie realizzate per la difesa planetaria contro gli asteroidi.

Con il decollo previsto il 24 Novembre alle 7:21 ora italiana, DART sarà la prima missione di test di difesa planetaria mai realizzata, diretta verso il piccolo asteroide lunare Dimorphos, che orbita attorno a un asteroide compagno più grande chiamato Didymos, e si schianterà intenzionalmente sull’asteroide per cambiare leggermente la sua orbita. Sebbene nessuno dei due asteroidi rappresenti una minaccia per la Terra, l’impatto di DART cercherà di dimostrare che un veicolo spaziale può navigare verso un asteroide bersaglio e colpirlo imprimendogli una forza cinetica.

Quindi, utilizzando i telescopi terrestri per misurare gli effetti dell’impatto sul sistema di asteroidi, la missione potrà migliorare i modelli e le capacità predittive per aiutarci ad affrontare al meglio un’effettiva minaccia di asteroidi, qualora ne venisse scoperto uno.

Illustrazione di come l’impatto di DART altererà l’orbita di Dimorphos su Didymos. Credit: NASA/Johns Hopkins APL

Gli asteroidi Dydimos e Dimorphos

L’obiettivo di DART è il sistema di asteroidi binari Didymos, che significa “gemello” in greco (per questo la missione parla di “doppio asteroide”). Didymos è il candidato ideale per il primo esperimento di difesa planetaria dell’umanità, sebbene non sia sulla strada per scontrarsi con la Terra e quindi non rappresenti una minaccia reale per il pianeta. Il sistema è composto da due asteroidi: l’asteroide più grande Didymos (dal diametro di 780 metri) e il più piccolo, Dimorphos (dal diametro di 160 metri), che gli orbita attorno.

La navicella spaziale DART colpirà Dimorphos quasi frontalmente riducendo di diversi minuti il ​​tempo impiegato dal piccolo asteroide per orbitare attorno a Didymos.

Il sistema Didymos è un sistema definito binario ad eclisse, il che significa che Dimorphos, visto da Terra, passa davanti e dietro Didymos mentre orbita intorno all’asteroide più grande. Di conseguenza, i telescopi terrestri possono misurare la variazione regolare di luminosità del sistema Didymos per determinare l’orbita di Dimorphos. Dopo l’impatto, questa stessa tecnica consentirà di rilevare il cambiamento nell’orbita di Dimorphos rispetto alle misurazioni osservate prima dell’impatto.

DART colpirà Dimorphos nell’autunno 2022, la data è stata scelta per ridurre al minimo la distanza tra la Terra e Didymos così da consentire osservazioni telescopiche della massima precisione. Didymos si troverà a circa 11 milioni di chilometri dalla Terra al momento dell’impatto e un gran numero di telescopi su tutto il pianeta contribuirà con una campagna internazionale di osservazioni per determinare gli effetti dell’impatto di DART.

Illustrazione della sonda spaziale DART. Credit: NASA/Johns Hopkins APL

La dimostrazione di DART è stata progettata nei minimi dettagli.

L’energia che DART trasmetterà al sistema di asteroidi binari Didymos  tramite l’impatto è molto bassa, non disturberà l’orbita dell’asteroide e comunque l’orbita Didymos non interseca quella della Terra in nessun punto. Inoltre, il cambiamento nell’orbita di Dimorphos è stato studiato per farlo avvicinare a Didymos. 

Questo sistema di asteroidi è un perfetto banco di prova per scoprire se l’impatto intenzionale di un veicolo spaziale contro un asteroide rappresenta un metodo efficace per cambiarne la traiettoria, nel caso in cui un venisse scoperto in futuro un oggetto in rotta di collisione con la Terra.

Infatti, sebbene nessun asteroide attualmente noto, di dimensioni superiori a 140 metri, abbia probabilità significative di colpire la Terra nei prossimi 100 anni, il 40% di questi asteroidi è stato scoperto solo nell’ottobre 2021.

Meglio farsi trovare pronti.

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