Il catalogo delle stelle perdute di Ipparco fu il primo tentativo conosciuto di mappare l’intera volta celeste. La pergamena è stata per 2000 anni nel monastero di Santa Caterina del Sinai, in Egitto.

Secondo un nuovo studio, sarebbe stata ritrovata un’antica mappa stellare all’interno di un manoscritto medievale. La ricerca, durata quasi 2000 anni, ha portato alla luce il leggendario catalogo dell’astronomo greco Ipparco, vissuto nel II secolo a.C. Fu il primo tentativo conosciuto di registrare le posizioni degli oggetti celesti attraverso le coordinate. Come gran parte dei documenti antichi, però, le copie di questo catalogo andarono perdute nei secoli successivi alla sua stesura. Oggi, però, si scrive un altro piccolo pezzo della storia della scienza.

La mappa di Ipparco. Credit: Museo della Bibbia

La prima testimonianza scritta dello studio delle stelle: la mappa di Ipparco

Un team di ricerca guidato dal professor Victor Gysembergh del CNRS ha scoperto la mappa all’interno di un manoscritto cristiano del monastero di Santa Caterina, in Egitto. Attualmente il catalogo si trova presso il Museo della Bibbia di Washington. È la prova più autorevole che abbiamo nella ricostruzione del catalogo stellare di Ipparco, afferma il Journal for the History of Astronomy.

Fu il primo vero tentativo umano di misurare con precisione la posizione delle stelle all’interno della volta celeste. Nel catalogo, infatti, ci sono latitudine e longitudine di oltre 8000 stelle: a differenza delle mappe precedenti, in questo caso sono state usate due coordinate anziché una sola. Secondo gli astronomi, questo preziosissimo documento avrebbe influenzato non poco le conoscenze astronomiche e scientifiche dei secoli successivi.

Questa scoperta dimostra che Ipparco, considerato il più grande astronomo dell’antica Grecia, ha davvero mappato i cieli prima di altri, illuminando un momento cruciale della storia dell’umanità.

Riferimenti: Vice

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