Gli scienziati hanno scoperto i meccanismi che stanno alla base della formazione delle caratteristiche fratture a“strisce di tigre” presenti sulla luna di Saturno.

Una delle più grandi sorprese della missione Cassini venne osservata una volta raggiunta Encelado, una minuscola luna con geyser attivi al polo sud. Con un diametro di soli 504 km, la luminosa e ghiacciata Encelado doveva essere troppo piccola e lontana dal Sole per essere attiva. Invece, con grande stupore degli studiosi, questa piccola luna si rivelò uno degli oggetti geologicamente più dinamici del Sistema Solare. Un recente studio ha creato un modello della sua attività e ha stabilito quale meccanismo potrebbe alimentare i geyser che fuoriescono dalle fratture a “strisce di tigre”.

Mentre ricerche precedenti avevano indicato un qualche tipo di fonte di calore interna sconosciuta su Encelado, il nuovo studio deduce che simili fonti non sarebbero necessarie. Le crepe nel guscio di ghiaccio causate dai cambiamenti nell’orbita di Encelado attorno a Saturno permetterebbero all’acqua dall’oceano sotterraneo di fuoriuscire. Così, invece di chiamare in causa il criovulcanismo attivo, i ricercatori propongono che sia l’acqua stessa a bollire spontaneamente quando entra in contatto con il vuoto dello spazio.

Damascus Sulcus, Encelado
Vista prospettica del Damascus Sulcus, una delle cosidette “strisce di tigre”, generata utilizzando immagini ad alta risoluzione di Encelado acquisite nell’agosto 2008 con una risoluzione compresa tra 12 e 30 metri. NASA/JPL/Space Science Institute/Universities Space Research Association/Lunar & Planetary Institute

Un criovulcanismo apparente

Il criovulcanismo è un fenomeno relativamente recente, scoperto inizialmente dai viaggi delle missioni Voyager nel Sistema Solare esterno. Invece della lava calda e fusa come i vulcani sulla Terra, il criovulcanismo espelle acqua, ghiaccio e altri materiali in ambienti che possono essere centinaia di gradi sotto lo zero – ad esempio, le temperature sulla superficie di Enceladus raramente superano i -200°C. Il criovulcanismo è stato osservato su Io ed Europa di Giove, così come su Encelado e altre lune ghiacciate. Mentre Io sembra degassare l’anidride solforosa, altre lune stanno invece eruttando acqua, metano e ammoniaca.

I ricercatori hanno modellato l’evoluzione orbitale e interna dei mondi oceanici ricoperti di ghiaccio Encelado ed Europa nel corso di 100 milioni di anni. L’eccentricità delle orbite delle lune porta a spessori variabili dei loro gusci di ghiaccio. Man mano che il ghiaccio si ispessisce e si assottiglia, ha affermato il team, gli stress termici nel guscio di ghiaccio e la pressione nell’oceano sottostante cambiano, favorendo la rottura del dello stesso e creando le fratture a strisce di tigre quando il ghiaccio si raffredda e si addensa.

Encelado
Encelado ripresa dalla sonda Cassini. Credits: NASA/JPL/Space Science Institute

La pressione esercitata sull’oceano sottostante creerebbe stress sul ghiaccio perché il ghiaccio ha più volume dell’acqua. La pressione e lo stress, oltre a causare le crepe, potrebbero formare percorsi per consentire ai fluidi di raggiungere la superficie fino a 20-30 chilometri di profondità.

Sarebbe infine la sublimazione dell’acqua che colpisce il vuoto dello spazio a dare l’aspetto di “getti” quando in realtà non ce ne sono. Ciò è coerente con l’aspetto della superficie di Encelado che non mostra alcuna prova di flussi di criolava fuoriuscire dalle crepe sulla superficie, come sono invece osservabili su Io.

Encelado sembra essere unica in quanto le fratture a strisce di tigre non si trovano da nessun’altra parte nel nostro Sistema Solare: sono parallele, lunghe circa 130 chilometri, distanti tra loro 35 chilometri e sembrano eruttare continuamente ghiaccio d’acqua.

Riferimenti: UniverseToday, AGU