La sonda Juno sta studiando Giove come mai prima d’ora. Le ultime foto mostrano due ‘dettagli’ particolari: ecco di cosa si tratta

La sonda Juno della NASA, lanciata nell’agosto 2011 ed arrivata nel sistema gioviano nel luglio del 2016, ci sta facendo conoscere Giove in uno modo mai visto prima. Gli obiettivi principali sono:

  • Proprietà strutturali e dinamica del re dei pianeti attraverso misure della massa e del nucleo;
  • Studio del campo gravitazione e del campo magnetico;
  • Analisi approfondita dell’atmosfera gioviana;
  • Studio dei poli in particolare della struttura tridimensionale della magnetosfera.  

Giove ha 79 lune note, una delle quali anche più grande di Mercurio (Juno tra le altre cose sta anche studiando l’interazione che c’è tra il gigante del sistema solare ed alcune delle sue lune). L’ultima foto ottenuta sembra quasi irreale con Giove protagonista della scena ed a destra due puntini (due delle 4 lune galileiane): Io, con un diametro equatoriale di 3.643,2 chilometri ed Europa, con un diametro equatoriale di 3.121,6 chilometri.

Giove
Ecco il pianeta con le due lune. Credit: NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS, image processing by AndreaLuck © CC BY­­

Io è il corpo più vulcanico del sistema solare, mentre la superficie ghiacciata di Europa nasconde un oceano globale di acqua liquida. Juno avrà l’opportunità di catturare immagini molto più dettagliate di Europa, utilizzando diversi strumenti scientifici, nel settembre 2022, quando la sonda spaziale effettuerà un sorvolo ravvicinato dell’enigmatica luna. La sonda si avvicinerà anche a Io tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Al momento in cui è stata scattata l’immagine proposta, la navicella spaziale Juno si trovava a circa 61.000 chilometri dalle cime delle nubi di Giove, a una latitudine di circa 52 gradi sud.

L’esplorazione di Europa

Europa sarà anche l’obiettivo di una missione dedicata prevista per il lancio nel 2024. Non resta che aspettare!

Credit immagine di copertina NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS, image processing by AndreaLuck © CC BY­­

Fonte: ScienceAlert, NASA