Andiamo alla scoperta dei planetari, dove tutti possono viaggiare tra stelle, costellazioni e galassie

I planetari sono luoghi magici, dove si mescolano scienza e intrattenimento, grazie a un sistema di proiezione (chiamato appunto “planetario”) in grado di riprodurre in modo molto realistico il cielo stellato su un’apposita cupola semisferica usata come schermo. Circa vent’anni fa il mondo dei planetari ha subito una rivoluzione: da quelli tradizionali, meccanici e ottici, si è passati quasi ovunque a quelli digitali. Questi ultimi non solo permettono di mostrare la volta celeste e i suoi movimenti (come già si faceva una volta), ma consentono anche di viaggiare in tre dimensioni tra le stelle e le galassie, come se ci si trovasse su un’astronave che si muove a velocità molto maggiori della luce nello spazio e nel tempo. Volete vedere come si presenta il cielo dalla superficie di Marte? Si può fare. Volete vedere la Via Lattea dall’esterno? Anche questo. Le possibilità sono infinite, perché i planetari digitali sono veri teatri multimediali.

Planetario di Padova Sala Proiezione
Il Planetario di Padova dispone di un moderno sistema di proiezione digitale.
Credit: Marco Bregolato
Planetario di Bari
Il planetario di Bari è ospitato sotto una tensostruttura all’interno della Fiera del Levante. Credit: Planetario di Bari Sky-Skan

Scienza sì, ma divertente

Nei planetari la divulgazione scientifica è quindi proposta in modo accattivante e spettacolare, per portare al grande pubblico, composto da scuole ma sempre di più anche da famiglie e persone comuni, i concetti di base dell’astronomia ma anche le ultime scoperte degli scienziati. «In queste strutture si possono vedere in pochi secondi, con i propri occhi, fenomeni celesti che nella realtà richiederebbero ore, giorni o anche secoli per essere osservati», spiega Gianluca Ranzini, presidente dell’Associazione dei Planetari Italiani. Insomma, molto più divertente (e di immediata comprensione) che uno schema su un libro.

Planetario Amelia
Il planetario di Amelia (TR) è situato all’interno del convento della SS. Annunziata, le cui origini sono del XIV secolo. Credit: Planetario di Amelia
Il planetario di Milano
Il planetario di Milano, con la sua cupola di 19,6 metri, è stato inaugurato nel 1930. Ha uno strumento di proiezione optomeccanico. Credit: LOfficina
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Il planetario di San Valentino in Campo (BZ). Credit: Othmar Seehauser

Grandi, piccoli e… portatili

In Italia ci sono oltre 120 planetari. I più grandi hanno cupole di proiezione che si avvicinano ai 20 metri di diametro, come per esempio a Milano o alla Città della Scienza di Napoli. Altri invece hanno dimensioni minori, ma non per questo sono meno spettacolari. «Esistono addirittura planetari itineranti», sottolinea Ranzini. «Utilizzano cupole gonfiabili e piccoli proiettori. In questo modo si possono trasportare in giro e installare temporaneamente nelle scuole, oppure portare a eventi, fiere o centri commerciali. Così le stelle arrivano… direttamente a casa». E il successo è straordinario: complessivamente, ogni anno, i planetari italiani ospitano circa 400.000 visitatori.

Il planetario di Torino
Il Planetario di Torino si trova nei pressi dell’Osservatorio astronomico di Pino Torinese. Ospita anche uno dei musei dello spazio più belli del nostro paese.
Credit: Infini.to – Planetario di Torino
EG Planetarium
Un esempio di planetario itinerante, con una cupola gonfiabile. Credit: Gianluca Di Luccio
Ma dov’è quello più vicino?

I planetari del nostro Paese sono strutturati in un’organizzazione che si chiama PLANit (Associazione dei Planetari Italiani). «L’associazione coordina il lavoro delle diverse strutture e organizza molte iniziative. Tra queste, un meeting annuale, ogni volta in una città diversa, che è aperto a chiunque sia interessato a questo mondo, o alla divulgazione scientifica in generale. E poi non dimentichiamo la Giornata dei Planetari, che è nata in Italia nel 1991 ma ora è internazionale, e che si svolge sempre la seconda domenica di marzo. Quest’anno il lockdown ci ha ovviamente penalizzato; per questo il 22 settembre, in occasione dell’equinozio d’autunno, terremo una sorta di Giornata dei Planetari online, per promuovere le riaperture delle sale, visibile sulla nostra pagina Facebook», conclude Ranzini.

Per avere informazioni si può quindi consultare la pagina Facebook di PLANit oppure il sito ufficiale, dove si trova anche la mappa interattiva di tutti i planetari censiti in Italia.

PLANit, Associazione dei Planetari italiani, nel giorno dell’equinozio d’autunno, propone in modalità online la «Giornata nazionale dei Planetari». L’evento sarà trasmesso in diretta Facebook.

Ecco il link: https://www.facebook.com/AssociazionePlanit

Riferimenti:

Gianluca Ranzini, astrofisico e divulgatore, è stato responsabile scientifico del Planetario di Milano. Passato al giornalismo, oggi è vicecaporedattore del mensile Focus. Ha pubblicato centinaia di articoli su riviste di divulgazione e diversi libri, tra cui Tutto comincia dalle stelle e Stelle da paura insieme a Margherita Hack, e più di recente Perché dicono che la Terra è piatta (Centauria, 2019) sul fenomeno del terrapiattismo e delle fakenews nella scienza. Ha vinto il Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica nel 2015 ed è stato cofondatore dell’Associazione dei Planetari Italiani, di cui è presidente dal 2012.

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