In astronomia il vuoto cosmico è quello spazio in cui la densità di materia è bassissima, in confronto al resto dell’universo. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Molti pensano che nelle zone dell’universo prive di stelle, pianeti o galassie, non ci sia nulla. In realtà, le cose non stanno proprio così. Quando parliamo di vuoto, in astronomia, ci riferiamo a quella grande sezione di spazio in cui la densità di materia è molto bassa, ma non zero. Meno di un decimo della densità media: questo il valore di riferimento per gli scienziati a caccia di vuoti cosmici. E in effetti è così: ci sono zone del nostro universo in cui rileviamo poche, pochissime e isolate galassie. La scoperta di questi vuoti si deve agli studiosi Stephen Gregory e Laird Thompson dell’Osservatorio di Kitt Peak, nel 1978.

Una rappresentazione di come è distribuita la materia nell’universo. I filamenti rappresentano la materia (soprattutto la materia oscura), mentre gli spazi tra un filamento e l’altro sono, appunto, i vuoti cosmici. Credit: creative commons

Come si sono formati i vuoti cosmici

Nell’immagine che vi proponiamo sopra c’è una rappresentazione su larga scala della distribuzione di materia nell’universo. I filamenti blu sono la materia (sia ordinaria che oscura, ma è soprattutto quest’ultima a riempire l’universo). Gli spazi vuoti tra i filamenti sono chiamati, appunto, vuoti cosmici. I filamenti, nei quali ci sono ammassi e superammassi di galassie tenuti insieme dalla materia oscura, delimitano questi vuoti. Si ritiene che il vuoto abbia dimensioni che variano da 11 a 150 megaparsec e quelli particolarmente grandi vengono chiamati supervuoti.

Secondo gli scienziati i vuoti si sarebbero formati a partire da collassi di massa della materia barionica compressa a seguito del Big Bang. Le regioni con la più alta densità collassarono più velocemente per effetto della gravità, dando luogo ad una struttura simile ad una specie di ragnatela cosmica, con vuoti e filamenti di galassie che osserviamo ancor oggi.

Tra l’altro sembrerebbe esserci una correlazione fra i vuoti e la radiazione cosmica di fondo. È una conseguenza del cosiddetto redshift gravitazionale e dell’effetto Sachs-Wolfe: le regioni più fredde sarebbero strettamente legate a questi vuoti, in quelle più calde ci sarebbero invece i filamenti. E dato che l’effetto Sachs-Wolfe ha senso solo se l’universo è dominato da radiazioni ed energia oscura, l’esistenza dei vuoti è un’ulteriore prova dell’esistenza di questa forza misteriosa.

Riferimenti: https://it.wikipedia.org/wiki/Vuoto_(astronomia)