Se domani scoprissimo l’esistenza di una civiltà extraterrestre intelligente diretta verso il nostro pianeta, cosa faremmo?
Siamo soli nell’universo? Per rispondere a questa domanda, cominciamo da quello che sappiamo. Secondo la NASA, l’universo osservabile ha un diametro di circa 93 miliardi di anni luce. Una spazio enorme, se ci pensate. Ma cosa c’è là fuori? A ipotizzare l’esistenza di una qualche tipo di civiltà avanzata sono stati in molti, tra film e autori di fantascienza. Uno di questi fece il botto al botteghino nel 1996: parliamo di “Independence Day”, film campione d’incassi con protagonisti Will Smith e Jeff Goldblum. Ma cosa accadrebbe se per davvero una civiltà aliena ci venisse a trovare? Cerchiamo di capirlo.
Come sarà il primo contatto con una civiltà tecnologicamente avanzata?
Stiamo ancora cercando prove dell’esistenza di possibili civiltà extraterrestri, questo è vero. Adesso, però, abbiamo una tecnologia abbastanza avanzata per guardare molto lontano, nell’universo. L’osservazione più lontana del telescopio spaziale Hubble, ad esempio, fu di 13,4 miliardi di anni luce in campo profondo. In quell’occasione Hubble identificò ben 10mila galassie. Se a questo aggiungiamo le incredibili foto che ci sta regalando il telescopio spaziale James Webb, non manca molto (forse) alla conferma che qualcun altro ci sia, da qualche parte, là fuori. D’altra parte, “sarebbe uno spreco di spazio se non ci fosse nessuno”, no?
Tra l’altro abbiamo sviluppato missioni spaziali ad hoc per cercare di capire se ci sono pianeti in grado di ospitare la vita. Kepler e K2 della NASA, ma anche TESS, si occupano proprio di questo: finora sono oltre cinquemila gli esopianeti (cioè i pianeti che si trovano al di fuori del nostro sistema solare) scoperti, molti dei quali potenzialmente abitabili. Ma quale sarebbe il protocollo ufficiale per un primo contatto con gli extraterrestri?
Mettiamo che un segnale radio ci confermi effettivamente che una qualche civiltà intelligente si stia dirigendo verso la Terra. I dati verrebbero condivisi dagli astronomi di tutto il mondo, ma cosa accadrebbe dopo? Qui possiamo, in un certo senso, fare affidamento al nostro archivio cinematografico, per così dire. Quindi, sulla base di tutti i film sugli alieni che abbiamo visto, si mobiliterebbero le forze armate per valutare l’eventuale minaccia mondiale e tracciare i possibili scenari. Poi verrebbe coinvolto il personale non militare, come astronomi, astrobiologi, codificatori, scienziati comportamentali e specialisti di comunicazione.
E poi? Finirebbe come in “Independence Day”?
Una volta che gli esperti saranno sul posto, si cercherà di mantenere l’ordine pubblico di fronte all’imminente arrivo degli alieni. Sebbene non si faccia riferimento in nessun sito governativo ad un’eventualità di questo tipo, è molto probabile che si possa fare affidamento sul lavoro svolto dal Regno Unito durante la seconda guerra mondiale, quando si dovettero preparare i cittadini all’imminente invasione della Germania nazista e si diffuse la campagna Keep Calm and Carry On.
Una volta che i nostri “cugini” saranno atterrati, ci ritroveremmo con mascherine e tute di protezione per proteggerci dagli eventuali agenti patogeni portati dai nuovi arrivati. Il nostro compito sarà capire se i visitatori sono amici o nemici. Qui, però, la questione è un po’ più complicata. Chi ci dice che gli extraterrestri hanno la nostra stessa concezione di giusto e sbagliato, buono o cattivo, giusto e ingiusto? “Per capire come affrontare un primo contatto” ha detto in un’intervista la professoressa Sara Walker dell’ASU, “dobbiamo prima capire i principi di come si sviluppa la vita nell’universo”. “Abbiamo costruito acceleratori di particelle per simulare il Big Bang, ma non abbiamo simulatori di pianeti per sapere come si sviluppa la vita fuori da qui”.
Non c’è dubbio che, anche nella migliore delle ipotesi, l’arrivo di un’altra civiltà sulla Terra scatenerebbe il panico e genererebbe risposte armate da parte di (quasi) tutto il pianeta. Ma forse abbiamo visto un po’ troppi film di fantascienza, dopotutto.
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