L’inquinamento luminoso è un problema serio che da anni affligge gran parte della popolazione mondiale. Spesso viene trattato con sufficienza, da amministrazioni e cittadini, ma vediamo perché va conosciuto meglio e quali sono in problemi che esso porta. Facciamo chiarezza

La maggior parte delle regioni italiane ha una legge che disciplina come si deve illuminare, sia per i soggetti pubblici (i Comuni) che per i privati. Sintetizziamo le linee guida su come illuminare correttamente:

  1. La luce non deve mai essere diretta verso l’alto o in orizzontale;
  2. Proiettori e faretti non devono mai essere inclinati ma devono essere sempre paralleli al terreno; se non è possibile metterli paralleli al terreno devono essere in parte schermati in modo che non venga inviata luce verso l’alto;
  3. La luce non deve mai uscire dai confini dalle aree di proprietà; quindi, se la vostra luce illumina la casa o il giardino del vostro vicino di casa non è orientata/inclinata correttamente;
  4. La luce non deve mai creare abbagliamento molesto su strade o abitazioni vicine;
  5. È consigliato illuminare sempre dall’alto verso il basso (e mai il contrario);
  6. È consigliato usare un sensore di presenza, ovvero di illuminare le aree a piena potenza solo se necessario e di ridurre il flusso luminoso negli altri casi.
Inquinamento luminoso
Schema sulla corretta direzione della luce e lo spreco che genera inquinamento luminoso

Se volete scoprire perché esistono queste indicazioni, che tutti dovremmo rispettare, continuate a leggere sotto per capire i problemi derivanti dall’inquinamento luminoso.

Problema economico

L’evoluzione tecnologica negli ultimi cento anni ha portato la luce dove prima non c’era, durante la notte. Oggi questa luce sta diventando veramente troppa, talmente troppa che nei paesi industrializzati non esiste più una notte naturale. Oggi abbiamo una popolazione talmente numerosa che sarebbe illogico e controproducente non avere illuminazione notturna, quello su cui dobbiamo intervenire è assolutamente limitare gli sprechi e l’illuminazione eccessiva.

In Italia ogni anno vengono spesi circa 1,7 miliardi di euro per illuminazione pubblica (dati: https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-archivio-studi-e-analisi-illuminazione-pubblica-spendiamo-troppo); questo dato però valeva prima dei rincari energetici degli ultimi mesi: oggi è sostanzialmente aumentato di un valore ancora non stimabile, anche se certi comuni lamentano già un raddoppio e più delle spese legate all’energia elettrica. Ai dati validi fino a qualche mese fa, in Italia ogni abitante consuma 107 kWh di illuminazione pubblica all’anno, contro i 48 kWh di un cittadino tedesco. Come costi complessivi, in Italia spendiamo il doppio rispetto alla Germania, pur avendo circa 20 milioni di abitanti in meno: significa che siamo più “spreconi” e tendiamo a illuminare più del necessario.

Buona parte degli impianti vecchi, non più a norma, disperde luce verso il cielo o verso aree non interessate a ricevere quella luce, a causa di proiettori inclinati in modo scorretto. Questo si verifica sia per impianti pubblici che privati. Un classico esempio è il lampione a sfera, che dirige oltre il 60% della luce prodotta verso l’alto (dove non serve a nulla!), oppure un proiettore a vetro piano ma inclinato verso l’alto, quando invece deve essere disposto parallelo alla strada da illuminare! Tutto questo è uno spreco di energia (e di conseguenza bolletta energetica maggiorata e maggiore produzione di CO2): pensate che per mettere a norma un proiettore inclinato di 90 gradi rispetto al piano stradale basterebbe usare una lampadina di metà potenza e inclinare il proiettore in modo corretto! Avremmo la stessa quantità di luce inviata a terra ma risparmiando metà dell’energia e senza causare inquinamento luminoso e abbagliamento molesto. È semplice! E si può fare da domani mattina.

Le installazioni pubbliche nuove sono quasi tutte realizzate a norma ma non quelle dei privati (illuminazioni di case e giardini, capannoni industriali, aree cortilizie, …) che sono quasi sempre installate in modo scorretto, sovradimensionate e generatrici di tanto inquinamento e spreco energetico, data la scarsa conoscenza dell’argomento da parte della cittadinanza.

La nuova tecnologia LED, estremamente più efficiente rispetto ai proiettori della precedente generazione, è stata spesso sbandierata come un toccasana per il risparmio energetico e il contenimento dell’inquinamento luminoso ma in realtà non viene utilizzata al meglio. I LED hanno la particolarità di poter essere dimmerati (ovvero si può aumentare o diminuire istantaneamente la loro potenza) e di accendersi e spegnersi in modo immediato, cosa non possibile con i vecchi proiettori. Quasi nessuno oggi sfrutta questa potenzialità; si potrebbe facilmente utilizzarli con una luminosità bassa e costante aggiungendo un sensore di presenza che aumenti in modo istantaneo il flusso luminoso al passaggio delle persone. Dopo la mezzanotte in alcuni luoghi i flussi di passaggi di persone sono veramente scarsi e il risparmio sarebbe notevole. Pensate che occasione persa durante i lockdown e i coprifuochi notturni, abbiamo sprecato un sacco di soldi ed energia per l’utilità di nessuno!

Problema di salute

Partiamo dal presupposto che una delle paure ancestrali dell’uomo sia la paura del buio, in quanto siamo mammiferi diurni, con una vista biologicamente evoluta per distinguere i colori alla luce del Sole, mentre al buio facciamo molta fatica a vedere bene. L’evoluzione biologica, con un lavoro di millenni, ci ha portato a questo. Millenni di luce diurna alternata al buio notturno, i quali hanno sviluppato nel nostro organismo un ciclo di alternanza sonno-veglia detto ritmo circadiano. Questo ritmo è regolato dalla produzione di un ormone, la melatonina.

Cosa favorisce la produzione dell’ormone melatonina? Il cervello, se tramite gli occhi vede la luce azzurra del cielo, capisce che è giorno e inibisce la produzione di melatonina; quando invece gli occhi non vedono luce azzurra, la melatonina viene prodotta. Pensate quindi quanto possa essere devastante per i mammiferi come noi, dal punto di vista biologico, una “rivoluzione luminosa”! Millenni di evoluzione con alternanza di luce e buio spazzati via negli ultimi cento anni dall’avvento di una massiva illuminazione artificiale notturna, che nei posti più densamente popolati ha di fatto cancellato la notte anche quando simo dentro alle nostre case! Quanti di voi hanno luce di lampioni che passa dai vetri delle finestre perché il lampione illumina parzialmente la facciata dell’abitazione? E quanti di voi hanno la camera da letto illuminata per la luce riflessa dalle case intorno?

I LED emettono su gran parte dello spettro visibile e quelli a luce fredda (>5.000K di temperatura) hanno un grosso picco di emissione nel colore blu. Quindi i nostri occhi continuano a vedere luce blu durante la notte e la produzione di melatonina viene continuamente interrotta. Ecco perché è importante usare il “filtro luce blu” che dà ai monitor dei PC e agli smartphone una colorazione tendente al giallo/tonalità calde durante le ore notturne. Questo però non è possibile farlo con i proiettori LED da esterni, che vanno sempre scelti della tonalità più calda possibile, sotto i 3.000 K. Questi dati ci sono sulle confezioni dei faretti LED… leggeteli sempre con attenzione e scegliete sempre faretti con tonalità calde!

Quali sono i danni causati dalla prolungata esposizione alla luce blu? Insonnia, depressione, rischio di sviluppare diabete ed obesità e anche tumori. La melatonina è infatti un potente oncostatico e un suo scompenso produttivo espone l’organismo a un alto fattore di rischio.

Problema ambientale

Non solo il mammifero homo sapiens è soggetto ai danni dell’inquinamento luminoso, ovviamente. Tutti gli animali notturni vicino alle fonti di luce artificiale non conoscono più il vero buio della notte e hanno la loro vita stravolta. Gli insetti, anello fondamentale della catena alimentare, sono attratti dai lampioni scambiati per “soli artificiali” e facilmente eliminati in massa dai loro predatori. Gli uccelli migratori perdono la rotta attratti dalle grandi città ed esausti muoiono o si schiantano sulle vetrate dei grattacieli luminosi.

Parlando invece di emissioni di gas serra, è stato calcolato che un normale lampione da 70 Watt consumi in un anno 300 kWh. Per produrre questa energia, immettiamo in atmosfera 150 Kg di CO2; per assorbire la stessa quantità di CO2 servono 10 alberi. Per compensare la produzione di CO2 dei lampioni italiani (circa 15 milioni) servirebbero 150 milioni di alberi; piantando in fila un albero ogni 10 metri servirebbero 1,5 milioni di km, 40 volte il giro della Terra (quasi 4 volte la distanza Terra-Luna)!

Problema culturare

L’aspetto culturale va diviso in due ambiti. La prima considerazione è parlare dell’ormai radicata (ma errata!) consapevolezza nella cittadinanza che “più luce significa più sicurezza”. Non è assolutamente così e ci sono molti studi scientifici che lo dimostrano (https://www.uai.it/inquinamentoluminoso/wp-content/uploads/2021/11/UAI06_11e01_12_IL-LUCE-E-SICUREZZA.pdf). Chi sostiene il contrario, dovrebbe a sua volta portare dei dati che dimostrino il fatto. Inoltre, i soldi spesi (o risparmiati) per l’illuminazione non potrebbero essere spesi per azioni che realmente aumentano la sicurezza? (rafforzamento delle forze di polizia, videosorveglianza…). Sovrailluminare in modo costante non è la soluzione. Dotarsi di sensori di movimento, come già detto, che aumentino il flusso luminoso o accendono istantaneamente il lampione quando vedono un movimento può essere invece un buon deterrente e una soluzione intelligente e risparmiosa.

Non ultimo, abbiamo un problema culturale non da poco sull’attuale e sulle future generazioni. I nostri avi hanno visto per secoli l’immensità del cielo stellato, ponendosi domande esistenziali, studiando i moti celesti e dando inizio alla rivoluzione scientifica (Copernico, Keplero, Galilei, Newton, Halley, Huygens, Cassini, e tantissimi altri…) che ci ha portato nel mondo estremamente evoluto di oggi. Tutto è nato dall’osservazione e dallo studio degli astri.

Quanti di voi possono dire di aver visto bene nella propria vita la Via Lattea? I vostri figli l’hanno mai vista? Quante volte avete visto un bel cielo stellato da un luogo davvero buio (dal deserto, ad esempio) che non sia la campagna o la montagna a pochi Km dalla città? Quante volte avete passato la notte sotto l’immensità di un cielo stellato, lontano da ogni smartphone, da ogni “influencer”, da ogni distrazione della vita quotidiana? Quante volte siete rimasti quindi affascinati dall’immenso spettacolo naturale che per secoli ha affascinato i nostri avi? Vi assicuriamo che non c’è gioco di luce artificiale o spettacolo pirotecnico che possa competere con un cielo stellato senza luna osservato da un cielo scuro, incontaminato da luci artificiali.

L’inquinamento luminoso si propaga a grandissime distanze in quanto i raggi di luce, per effetto di diffusione (scattering) sono continuamente “rimbalzati” tra le particelle della bassa atmosfera; dunque, una città di grandi dimensioni riesce ad inquinare di luce anche a centinaia di km di distanza. In Italia, il cielo perfetto ed incontaminato non esiste più, ormai da decenni, in nessuno luogo. Ogni superficie di terra emersa italiana è inquinata dalla luce artificiale. Il posto più buio della Nazione è l’isola di Montecristo, ma che comunque risente parzialmente delle luci delle coste tirreniche, sarde e della Corsica.

La pianura Padana è invece uno dei luoghi più inquinati del pianeta, circa 20 milioni di persone non sanno cosa sia una notte veramente buia.

Chiaramente non è possibile tornare indietro spegnendo tutto e nessuno vuole questo (perché non avrebbe senso!), ma limitare i danni è assolutamente possibile, l’inquinamento luminoso è l’unica forma di inquinamento sulla quale si possa agire in tempi immediati rendendo consapevole i singoli cittadini del problema.

Sicurezza, ambiente, risparmio energetico possono convivere senza problemi: ma per farlo serve la conoscenza.

Riferimenti

Articolo redatto da Marco Stefanini di cielobuio.org e Marco Bastoni di Passione Astronomia

Da sempre Passione Astronomia prova a costruire, attraverso la divulgazione scientifica, una comunità di persone più informate e consapevoli. È anche il motivo per cui molte persone come te si sono abbonate a Passione Astronomia e ne diventano ogni giorno parte integrante. Più siamo e meglio stiamo, e per questo invitiamo anche te a prenderlo in considerazione e diventare membro: il tuo supporto ci aiuta a portare avanti il nostro progetto.

Grazie