Ecco il devastante scenario meteorologico causato dallo scoppio di una guerra nucleare. I danni più gravi, oltre che per il pianeta, riguarderebbero l’atmosfera terrestre.

La guerra in Ucraina è argomento di grande preoccupazione, per i cittadini di tutto il mondo. Le immagini che vediamo susseguirsi quotidianamente in tv e sui giornali ci hanno fatto ripiombare nell’incubo di una possibile terza guerra mondiale, che oggi non sarebbe più combattuta solo con aerei e carri armati, ma che vedrebbe “protagoniste” armi nucleari molto più devastanti della bomba atomica che rase al suolo le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. Uno degli scenari ipotizzati da alcuni scienziati si chiama “inverno nucleare”, un pianeta stretto nella morsa del buio e delle radiazioni, la fine del nostro mondo per come lo conosciamo.

Dark
Una scena della serie tv “Dark”. Credit: Netflix

Inverno nucleare: vicini alla sesta estinzione di massa?

“Mandare armi a un Paese in guerra è una follia, perché poi non ci rimarrà che l’inverno nucleare”. A dirlo una voce storica del pacifismo italiano, Padre Alex Zanotelli. Nei giorni scorsi aveva criticato la scelta dell’Occidente di dar manforte all’Ucraina attraverso l’invio di armamenti. Non c’è dubbio che la situazione non sia delle migliori, in Europa. D’altronde non eravamo abituati a percepire un conflitto così vicino, ecco perché in questi giorni le paure del possibile scoppio di una terza guerra mondiale sono più forti che mai.

Ma cosa accadrebbe se dall’Ucraina si allargasse il conflitto in tutto il mondo? La teoria dell’inverno nucleare venne coniata negli anni Ottanta, in piena Guerra Fredda. Gli scienziati si basarono sugli effetti che avevano avuto le bombe atomiche utilizzate durante la seconda guerra mondiale e sugli esperimenti nucleari portati avanti negli anni successivi. Ebbene, se una guerra nucleare dovesse verificarsi ora, le polveri radioattive andrebbero a creare una gigantesca nube di cenere fra i 1000 e i 2000 chilometri sopra la superficie terrestre.

Questo fenomeno creerebbe una sorta di scudo attorno alla Terra che impedirebbe ai raggi del Sole di passare. E se diminuisse la quantità di luce solare, diminuirebbero anche le temperature (si parla di un calo di 40° C), facendo precipitare il pianeta nell’oscurità e compromettendo la vita animale e vegetale sulla Terra per decenni. Tra l’altro nel 1947 venne attivato un particolare orologio (il Doomsday Clock) che misura il pericolo di un’ipotetica fine del mondo. Ebbene, nel 2021 le lancette sono al minimo storico dalla mezzanotte: significa che siamo più vicini che mai all’annientamento nucleare.

Riferimenti: