Il SAFER è un piccolo jetpack che gli astronauti usano durante le loro attività all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale. Ecco come funziona.

Vi sarà sicuramente capitato di vedere un astronauta al lavoro all’esterno della stazione orbitante con sulle spalle un ingombrante zaino bianco. È il SAFER (acronomo di Simplified Aid For EVA Rescue), un piccolo jetpack che può essere usato dagli astronauti in caso di emergenza. Cerchiamo di capire cos’è e come funziona.

L’attore americano George Clooney in una scena del film “Gravity”. Credit: Warner Bros.

Come funzionano i SAFER

Attualmente il jetpack SAFER non è mai stato utilizzato in una situazione di pericolo. Se un astronauta dovesse perdere il contatto fisico con la ISS, questo strumento gli permetterebbe di raggiungerlo in volo. Sono stati effettuati molti test su questi jetpack, finora però non sono mai serviti. Si tratta di uno strumento grazie al quale si può provvedere al recupero di un compagno nello spazio. L’invenzione di questo dispositivo fu di Paul Cottingham, Ted Christian e l’ex astronauta Joseph Kerwin. Il progetto SAFER fu affidato a uno dei responsabili dello Space Shuttle e testato per la prima volta nel 1994, quando l’astronauta Mark Lee divenne il primo uomo in 10 anni a fluttuare liberamente nello spazio.

Oggi il SAFER pesa circa 38 kg e può fornire una spinta di circa 3 m/s. Esso si controlla grazie a una piccola scatola comandi agganciata alla parte anteriore della tuta. È dotato di un serbatoio e di ben 24 ugelli, dai quali viene sprigionato azoto, che è l’elemento che crea la propulsione vera e propria. Questo meccanismo permette all’astronauta di spostarsi in avanti e in varie direzioni nello spazio, ovviando al fatto che nello spazio ci si muove in modo rettilineo uniforme. È ovvio che per la sua grandezza e per la quantità di propellente che contiene, permette manovre di salvataggio solo per un tempo limitato.

Riferimenti: https://it.wikipedia.org/wiki/Simplified_Aid_for_EVA_Rescue