Morire nello spazio è un’eventualità da mettere in conto, in vista delle future esplorazioni spaziali. Ecco cosa succede al corpo di un astronauta quando muore.

Forse non tutti sanno che fin dagli inizi dell’esplorazione spaziale sono 18 le persone morte nello spazio. Di queste, ben 14 erano astronauti della NASA (c’è da dire che le morti sono avvenute a terra, (Apollo 1), decollo (Challenger) e rientro (Columbia). E dato che c’è la volontà, da parte della comunità scientifica, di tornare a inviare esseri umani sulla Luna e su Marte, l’eventualità di morire nello spazio è assolutamente da non sottovalutare e sarebbe ben diverso dalle morti, ugualmente terribili ed importanti da ricordare, sopracitate (a differenza ciò che avvenne il 30 1971 dove morirono nello spazio 3 cosmonauti a bordo della Soyuz 11). Ma cerchiamo di capire quanto si può resistere nel vuoto dello spazio, prima di morire. E cosa ne sarebbe del corpo di un astronauta morto?

Cosa succede se un astronauta muore nello spazio? Credit: Monica Garniga (unsplash)

Cosa succede se un astronauta muore nello spazio?

Attualmente non esiste un vero e proprio protocollo ufficiale, ma le principali agenzie spaziali del mondo si stanno già organizzando nell’eventualità che uno o più astronauti possano morire nello spazio. La soluzione più ovvia sarebbe quella di recuperare il corpo per farlo tornare sulla Terra. Ciò è ipotizzabile solo per le missioni sulla Stazione Spaziale Internazionale, sia perché le navicelle già cariche di equipaggio non avrebbero spazio a sufficienza per il trasporto di una salma, sia perché i rischi di contaminazione per gli altri astronauti sarebbero altissimi. In più, un viaggio su Marte richiederebbe almeno 3 anni fra andata e ritorno ed è quindi impensabile un funerale immediato sulla Terra.

Se si verificasse un danno irreparabile nella tuta, invece, o se un frammento di meteorite la perforasse, basterebbero appena 15 secondi ad un astronauta per perdere conoscenza. Dieci secondi di esposizione al vuoto farebbero letteralmente vaporizzare sangue e acqua, il corpo si gonfierebbe e i polmoni collasserebbero. In questi casi gli altri astronauti riporterebbero la salma nell’airlock, mantenendola chiusa nella zona più fredda della Iss, in attesa di riportarla sulla Terra.

Altra soluzione potrebbe essere quella di cremare il corpo del defunto direttamente nello spazio. Tra l’altro nel 2015 la NASA commissionò ad un’agenzia svedese il progetto per un funerale “ecologico”. Il processo prevederebbe di congelare il corpo e poi cremarlo creando minuscoli frammenti di cenere ghiacciata da riportare sulla Terra. Se invece l’astronauta si trovasse all’esterno della Iss o se si staccasse dalla stazione il suo corpo continuerebbe a seguire l’orbita della struttura, fino a rientrare nell’atmosfera, disintegrandosi.

Riferimenti: https://www.focus.it/scienza/spazio/che-cosa-succede-a-un-corpo-se-muore-nello-spazio