La NASA ha rilasciato nuove immagini in alta definizione della luna vulcanica Io grazie all’ultimo sorvolo della sonda Juno.

La superficie sfregiata e solforosa del corpo vulcanicamente più attivo del Sistema Solare, la luna di Giove Io, è appena apparsa in nuove spettacolari immagini ottenute dalla sonda Juno. La sonda spaziale della NASA sorvolato Io lo scorso 15 ottobre, avvicinandosi a soli 11.680 chilometri dalla superficie vulcanica. Le nuove immagini mostrano la regione polare nord della Luna e hanno anche catturato alcuni pennacchi vulcanici provenienti da eruzioni in corso. Dato che circa 150 dei circa 400 vulcani conosciuti su Io sono in fase eruttiva non è una grande sorpresa, ma le nuove immagini della luna in azione sono straordinarie.

Gli scienziati affermano che queste immagini di Juno sono le migliori e le più chiare che abbiamo avuto di Io dai tempi della sonda Galileo Galileo, che studiò il gigante gassoso e le sue lune tra il 1995 e il 2003.

Una luna molto attiva

Io
Vista della luna di Giove Io ripresa durante il sorvolo del 15 ottobre 2023 dalla sonda Juno. Credit: NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS/Kevin M. Gill

Io è un oggetto affascinante, la luna gioviana più interna è appena un po’ più grande della Luna terrestre ed è ricoperta di vulcani. Le immagini a infrarossi la mostrano punteggiata di calore mentre il materiale fuso dal sottosuolo si solleva, creando vasti laghi di lava. Ciò è dovuto al suo frenetico ambiente gravitazionale. L’orbita di Io attorno a Giove è un’ellisse, il che significa che l’influenza gravitazionale di Giove varia, cambiando la forma della luna mentre orbita. E le altre lune galileiane – Callisto, Europa e Ganimede – esercitano tutte la propria attrazione gravitazionale su Io. Ciò crea un riscaldamento per attrito nella piccola luna che scioglie le sue parti interne, che poi si riversano ovunque su tutta la superficie.

L’effetto che questo ha è tremendo. Il flusso costante di anidride solforosa in eruzione da Io viene strappato nell’orbita di Giove, dove forma un enorme toroide di plasma che viene costantemente deviato e accelerato lungo le linee del campo magnetico del pianeta gigante. Quando raggiunge i poli, questo materiale cade nell’atmosfera di Giove, interagendo con il materiale al suo interno per generare aurore ultraviolette permanenti, invisibili a occhio nudo, ma sono le più potenti del Sistema Solare.

Le nuove immagini rivelano anche nuovi dettagli della regione polare nord della Luna, che ha montagne non vulcaniche che raggiungono i 6.000 metri di altezza. Poiché non è un’area vulcanica, non cambia tanto nel tempo quanto alcune delle regioni più attive. Intorno al bordo del disco sono stati catturati anche almeno due pennacchi vulcanici. Potrebbe essercene altro da trovare man mano che le immagini vengono ripulite ed elaborate.

E il lavoro di Juno non è ancora finito. Nei prossimi mesi la sonda effettuerà sorvoli ravvicinati e spettacolari, il 30 dicembre 2023 e il 3 febbraio 2024 è previsto che scenda in picchiata fino a 1.500 chilometri dalla superficie di Io.

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Fonte: Science Alert