Sono state scoperte le prime eclissi di raggi gamma da sette sistemi stellari ‘ragno’ grazie al telescopio spaziale Fermi della NASA.

Con il telescopio spaziale per raggi gamma Fermi della NASA, sono state osservate per la prima volta delle esclissi, appunto, nello spettro gamma. I corpi celesti protagonisti di questo studio consistono di sette stelle binarie soprannominate ‘sistemi ragno’. Si tratta di sistemi binari in cui una pulsar erode la stella compagna con il suo getto di radiazione elettromagnetica – da cui l’analogia con quei ragni in cui l’esemplare femmina, a volte, uccide il maschio dopo l’accoppiamento (questo fenomeno si riscontra, per esempio, con le vedove nere). Ma cosa sono le pulsar?

Rappresentazione artistica di un sistema stellare binario in cui una stella inizia a eclissare l’altra (quest’ultima, più precisamente, è una pulsar). Credit: NASA/Sonoma State University, Aurore Simonnet.

A grandi linee, una pulsar non è altro che una stella di neutroni (il residuo collassato di alcune esplosioni stellari) rotante che emette due getti di radiazione elettromagnetica (per esempio, i raggi gamma) in direzioni opposte. L’effetto finale è quello di una sorgente pulsante, come una sorta di faro.

A proposito, sapevi che la NASA ha rilevato stelle di neutroni superpesanti?

Così gli scienziati hanno osservato ciascuna pulsar eclissata dalla propria compagna. Grazie a queste rilevazioni, sono ora in grado di calcolare l’inclinazione di tali sistemi stellari rispetto alla nostra linea di vista, ma non solo.

In particolare, ciò aiuta i ricercatori a stimare le masse dei sistemi ragno. Ecco come: dalle onde radio e dalla luce visibile essi misurano, rispettivamente, la velocità della pulsar e della stella compagna – queste ultime, però, si riferiscono soltanto alla componente della velocità che giace lungo la direzione di osservazione (ha a che fare, cioè, solo col movimento in avanti e dietro rispetto a noi); dall’inclinazione del sistema stellare rispetto alla nostra linea di vista, tuttavia, è possibile risalire anche a tutte le altre componenti delle loro velocità; ora, avendo capito così il moto orbitale delle due stelle, se ne possono finalmente calcolare le masse.

Fonte: NASA.

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