C’entra il paradosso di Fermi: perché, se l’universo è così grande, non abbiamo ancora trovato nessuno? La Teoria della Foresta Oscura suggerisce che dovremmo pregare di non trovarli mai, gli alieni. Ecco il motivo.
Nella Via Lattea ci sono 200 miliardi di stelle e forse 100 miliardi di pianeti. Se anche solo una piccola frazione di quei pianeti ospitasse la vita o anche se solo una piccola percentuale di quei pianeti avesse forme di vita intelligenti, la nostra galassia brulicherebbe di civiltà extraterrestri, alcune delle quali magari ci stanno cercando come noi cerchiamo loro. Il numero di civiltà che la nostra galassia dovrebbe contenere può essere calcolato con un’equazione, l’equazione di Drake: si scopre che, in teoria, potrebbero esserci almeno 20 civiltà nel nostro angolo cosmico. Ma allora, dove sono tutti?
Nascondersi per paura di essere eliminati
Fra le soluzioni al paradosso di Fermi, ce n’è una davvero terrificante. La Teoria della Foresta Oscura dice che non abbiamo ancora trovato gli alieni perché starebbero intenzionalmente tacendo. In altre parole, quasi tutte le civiltà sarebbero portate a nascondersi poiché se rivelassero la loro presenza correrebbero il rischio di essere spazzate via.
L’universo è come un’enorme foresta e ogni civiltà è un cacciatore armato che si aggira tra gli alberi come un fantasma. Ma il cacciatore deve stare attento, perché ovunque, nella foresta, ci sono altri cacciatori che si muovono furtivi come lui. Se trova un’altra forma di vita – un altro cacciatore, un angelo o un demone, un bambino o un vecchio barcollante, una fata o un semidio – c’è solo una cosa che può fare: aprire il fuoco ed eliminarli.
Ma quanto è plausibile una teoria del genere? Basterebbe una sola civiltà a comportarsi in questo modo per realizzare una situazione del genere. Spiegherebbe anche perché non abbiamo ancora captato segnali radio alieni nonostante le ricerche fatte nell’ultimo secolo. Una possibile ragione è che altre civiltà abbiano così paura di essere scoperte da evitare di proposito di inviare qualsiasi prova radiofonica della loro esistenza.
Riferimenti: Big Think
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Chissà che un paese più informato non sia un paese migliore.
La storia del paradosso di Fermi è una grande stronzata. La nostra galassia ha un diametro di 100000 anni-luce; la stella a noi più vicina dista oltre 4 anni-luce. Il nostro sistema solare è solo uno tra migliaia di miliardi nella Via Lattea. Delle altre galassie non parliamone nemmeno, visto che la più vicina dista 2500000 anni-luce dalla nostra. E’ impossibile far viaggiare oggetti materiali a velocità che si avvicinino anche minimamente a quella della luce.
Come si può pensare che eventuali alieni possano trascendere le leggi della fisica e spostarsi allegramente attraverso la/le galassie, e oltretutto arrivare proprio sulla Terra, che non è altro che un puntino infinitesimale in questa immensità? Senza contare poi che l’Homo sapiens esiste solo da circa 200000 anni, un tempo ridicolmente breve, che è appena un battito di ciglia rispetto all’età dell’Universo.
Ammettendo per assurdo che esistano civiltà in grado di sottrarsi alle leggi della fisica per compiere viaggi così lunghi, perché mai dovrebbero svilupparsi proprio nello stesso preciso momento in cui si è sviluppata la nostra? E perché mai dovrebbero venire a cercare proprio noi? Ci crediamo davvero così importanti?
estratto da sopra “Spiegherebbe anche perché non abbiamo ancora captato segnali radio alieni nonostante le ricerche fatte nell’ultimo secolo. Una possibile ragione è che altre civiltà abbiano così paura di essere scoperte da evitare di proposito di inviare qualsiasi prova radiofonica della loro esistenza.” Questo dimostra che noi terrestri non vogliamo nasconderci , anzi facciamo di tutto per farci rivelare da forze che poi ci distruggeranno.
L’equazione di Drake ha un valore puramente simbolico. Le critiche all’equazione di Drake seguono per la maggior parte dall’osservazione che molti termini della formula sono in gran parte completamente congetturali. Perciò l’equazione non può portare a nessun tipo di conclusione. T.J. Nelson sostiene:
«L’equazione di Drake consiste in un gran numero di fattori probabilistici moltiplicati tra loro. Poiché ogni fattore è sicuramente compreso tra 0 e 1, il risultato è anch’esso un numero apparentemente ragionevole sicuramente compreso tra 0 e 1. Sfortunatamente, tutti i valori sono ignoti, rendendo il risultato meno che inutile.»
Questa critica, e quelle di questo tipo, non sono in realtà rivolte contro la validità dell’equazione in sé; piuttosto evidenziano che i valori da inserire nella formula ci sono noti in gran parte con un margine di incertezza inaccettabile.
Sul possibile incontro senza tirare in ballo foreste oscure citerei la grandissima Margherita Hack che diceva: “Se ci sono alieno auguriamoci che non ci entreremo mai in contatto. Da che mondo è mondo nessun popolo s’è mai spostato così, per turismo” ?