Durante la missione Apollo 15, l’astronauta della NASA David Scott decise di mettere in pratica una dimostrazione della legge dei gravi di Galileo, facendo cadere due oggetti con massa diversa in assenza d’aria. Ecco cosa accadde.

Si tende sempre più a ricordare i primi allunaggi, piuttosto che i successivi. Forse pochi sanno che nel 1971, durante la missione Apollo 15, l’astronauta americano della NASA, David Scott, decise di dimostrare, in assenza di resistenza dell’aria, l’esperimento di Galileo sull’accelerazione gravitazionale (o dei gravi). In pratica Galileo diceva che nel vuoto due corpi cadono a terra con la stessa accelerazione, indipendentemente dal loro peso.

Gli astronauti si portarono dietro un martello e una piuma per vedere se effettivamente sarebbero caduti a terra contemporaneamente. Sulla Terra non sarebbe stato possibile dimostrare la tesi di Galileo, dato che la resistenza dell’aria avrebbe fatto arrivare prima il martello e poi la piuma, a terra. Sulla Luna, invece, accadde proprio quello che aveva predetto Galileo.

Il celebre esperimento della piuma e il martello sulla Luna. Credit: NASA.

L’esperimento di Galileo sulla caduta dei gravi

Di fronte alla telecamera tenuta in mano dall’altro astronauta della missione, James Irwin, Scott prese un martelletto geologico di oltre un chilo e una piuma di falco (tre grammi circa). Erano gli ultimissimi minuti della missione e la quasi totale assenza d’aria sul suolo lunare rappresentava un’occasione unica per la scienza.

Scott allinea i due oggetti alla stessa altezza e poi li lascia andare:

Ecco il video

Galileo aveva ragione: qualsiasi corpo materiale cade a terra con la stessa accelerazione, indipendentemente dalla sua massa. Ed è proprio da qui che si dedusse che ogni corpo, in prossimità della superficie della Terra, subisce un’accelerazione pari a circa 9,81 metri al secondo quadro.

La riuscita dell’esperimento non suscitò particolare stupore, ma vederlo fece comunque un certo effetto.

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