La superficie dei continenti è più importante di quello che si può pensare nella formazione della vita sulla Terra e per la ricerca di un esopianeta abitabile

Nucleo della Terra
Nucleo della Terra

L’acqua è notoriamente una sostanza essenziale per la vita sulla Terra. Non c’è quindi da stupirsi che, nella ricerca di eventuali esopianeti abitabili, uno dei primi parametri di abitabilità cercati sia quello della presenza di una sufficiente quantità d’acqua liquida. Ma non è l’unico parametro: non è importante solamente la quantità d’acqua, ma è importante anche come è distribuita sul pianeta. Questo si traduce essenzialmente nel cercare un giusto rapporto di superficie emersa (chiamata terraferma) e superficie sommersa (come gli oceani). Nel caso del nostro pianeta il ropporto è pari a 29% per la terraferma e il 71% per gli oceani la domanda da porsi è: qual’è il rapporto ottimale?

Terraferma, l’appoggio della vita.

Raffronto tra la struttura interna della Terra, di una Super-Terra rocciosa e di un pianeta oceanico. Credits: Henrykus (Public Domain)

L’articolo di Dennis Höning e Tilman Spohn, in revisione su Astrobiology, intitolato “Land Fraction Diversity on Earth-like Planets and Implications for their Habitability” prova a chiarire a livello teorico la questione. L’articolo evidenzia di come la parte continentale sia più ricca di nutrienti e quindi di biomassa rispetto l’oceano profondo. Questo è dovuto per un effetto degli eventi atmosferici che trasportano con facilità i nutrienti lungo la superficie. Il secondo è determinato dai movimenti tettonici. Questi movimenti inanzitutto se coerenti mantengono “inalterato” il rapporto oceani-continenti ma questi movimenti della crosta terrestre danno diversi vantaggi. Il primo è il calore: Il calore prodotto dai materiali radioattivi presenti nel mantello viene trattenuto dalla componente ambientale. Questo viene però mediato in quanto, man mano che questi materiali vengono portati in superficie dai movimenti tettonici, “esauriscono” la loro carica radioattiva. Questo forma un ciclo del calore unico nella terra continentale. Questo flusso di calore è aiutato anche dalla componente di acqua presente nel mantello che ne modifica la viscosità.

Quindi una superficie troppo sbilanciata verso gli oceani mancherebbe dei nutrienti, derivati dagli agenti atmosferici, necessari per la crescita della biomassa, D’altro canto, troppi continenti renderebbero il pianeta troppo secco e desertico, riducendo così lo stesso la biomassa totale. L’articolo, purtroppo, manca di un risultato quantitativo ma si pone come obiettivo una migliore comprensione dei parametri che permettono la vita per ricercarla nei esopianeti.

Fonti: Universe today; Land Fraction Diversity on Earth-like Planets and Implications for their Habitability