Una nuova mappatura dell’acqua presente su Marte sta cambiando la nostra comprensione del passato del pianeta dando nuove indicazioni per le future missioni.

Una nuova mappa dei giacimenti minerari di Marte è stata meticolosamente creata nell’ultimo decennio utilizzando i dati del Mars Express Observatoire pour la Mineralogie dell’ESA, dello strumento l’Eau, les Glaces et l’Activité (OMEGA) e del Mars Reconnaissance Orbiter Compact Reconnaissance Imaging della NASA Strumento Spettrometro per Marte (CRISM).
In particolare, questa nuova mappatura mostra le posizioni e le abbondanze dei minerali acquosi. Si tratta di rocce che in passato sono state alterate chimicamente dall’azione dell’acqua e che sono state tipicamente trasformate in argille e sali.

Una mappa dei minerali acquosi presenti nel cratere Jezero. Credits: ESA/Mars Express (OMEGA and HRSC) and NASA/Mars Reconnaissance Orbiter (CRISM and HiRISE)

Un passato molto complesso

Sulla Terra, le argille si formano quando l’acqua interagisce con le rocce, con diverse condizioni dando origine a diversi tipi di argille. Ad esempio, i minerali argillosi come la smectite e la vermiculite si formano quando quantità relativamente piccole di acqua interagiscono con la roccia e quindi conservano per lo più gli stessi elementi chimici delle rocce vulcaniche originali.
Nel caso di smectite e vermiculite tali elementi sono ferro e magnesio.

Quando la quantità di acqua è relativamente alta, le rocce possono essere alterate maggiormente. Gli elementi solubili tendono ad essere portati via lasciando dietro di sé argille ricche di alluminio come il caolino.

E su Marte la grande sorpresa è stata lo scoprire la prevalenza di questi minerali.

Dieci anni fa, gli scienziati planetari erano a conoscenza di circa 1000 affioramenti su Marte. Questo li ha resi interessanti in quanto stranezze geologiche. Tuttavia, la nuova mappa ha ribaltato la situazione, rivelando centinaia di migliaia di tali aree nelle parti più antiche del pianeta.

Questo è un cambio di paradigma per la nostra comprensione della storia del pianeta rosso. Dal minor numero di minerali acquosi che sapevamo in precedenza erano presenti, era possibile che l’acqua fosse limitata nella sua estensione e durata. Ora, non c’è dubbio che l’acqua abbia svolto un ruolo enorme nel plasmare la geologia di tutto il pianeta.

Adesso la grande domanda è se l’acqua fosse persistente o confinata a episodi più brevi e più intensi. Pur non fornendo ancora una risposta definitiva, i nuovi risultati offrono sicuramente ai ricercatori uno strumento migliore per perseguire la risposta.

Questa nuova mappa mostra che la storia del pianeta è più complicata di quanto si pensasse in precedenza. Mentre molti dei sali marziani probabilmente si sono formati più tardi delle argille, la mappa mostra molte eccezioni in cui vi è un’intima mescolanza di sali e argille e alcuni sali che si presume siano più antichi di alcune argille.

In altre parole, più guardiamo da vicino, più complesso diventa il passato di Marte.

La mappa che mostra le abbondanze dei minerali acquosi su Marte. Credit: ESA/Mars Express (OMEGA) and NASA/Mars Reconnaissance Orbiter (CRISM)

Verso nuove missioni

Questo lavoro offre anche ai pianificatori delle missioni alcuni ottimi candidati per futuri siti di atterraggio. In primo luogo, i minerali acquosi contengono ancora molecole d’acqua. Insieme alle posizioni note di ghiaccio d’acqua sepolto, la mappa fornisce possibili posizioni per estrarre l’acqua per l’utilizzo delle risorse in situ, chiave per la creazione di basi umane su Marte.

In secondo luogo, anche prima che gli umani vadano su Marte, i minerali acquosi forniscono luoghi fantastici in cui svolgere attività scientifica. Nell’ambito di questa campagna di mappatura dei minerali, è stato scoperto il sito ricco di argilla di Oxia Planum. Queste antiche argille includono i minerali ricchi di ferro e magnesio di smectite e vermiculite. Non solo possono aiutare a sbloccare il clima passato del pianeta, ma sono luoghi perfetti per indagare se la vita sia iniziata una volta su Marte. In quanto tale, Oxia Planum è stato proposto e infine selezionato come sito di atterraggio per il rover Rosalind Franklin dell’ESA.

Riferimenti: ESA

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