L’analisi del genoma mostra che questa nuova specie di nematode condivide lo stesso sistema per la criptobiosi di Caenorhabditis elegans

Alcuni animali, come tardigradi, rotiferi e nematodi, possono sopravvivere in condizioni difficili, anzi estreme, entrando in uno stato dormiente noto come criptobiosi –  uno stato di vita ametabolico (cioè con assenza di metabolismo). In questo studio, l’analisi al radiocarbonio del materiale vegetale raccolto ha rivelato che questi depositi congelati 40 metri sotto la superficie dell’Artico – in Siberia – non si erano mai sciolti dal tardo Pleistocene, tra 45.839 e 47.769 anni fa.

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Nematode
Credit: Shatilovich et al, 2023, PLOS Genetics, CC-BY 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)

Lo studio

Utilizzando il sequenziamento del genoma, l’assemblaggio e l’analisi filogenetica del nematode con le specie moderne, i ricercatori sono riusciti a determinare che questo particolare nematoda apparteneva ad una specie non ancora conosciuta, Panagrolaimus kolymaensis. Confrontando il suo genoma con quello più comune del Caenorhabditis elegans hanno identificato i geni condivisi da entrambi e che sono coinvolti nella criptobiosi. Successivamente hanno testato le capacità di sopravvivenza di P. kolymaensis e hanno scoperto che l’esposizione a una lieve essiccazione prima del congelamento li aiutava a prepararsi alla criptobiosi. Inoltre ha aumentato la loro capacità di sopravvivenza a temperature ancora più estreme, -80 gradi C. Questo trattamento ha portato benefici anche alle larve di C. elegans Dauer, poi sopravvissute 480 giorni a -80 gradi C senza riduzione della vitalità o della riproduzione dopo il disgelo. Questo studio estende di decine di migliaia di anni la criptobiosi più lunga mai studiata nei nematodi. Adattandosi per far fronte a condizioni estreme, come il permafrost, per brevi periodi di tempo, i nematodi potrebbero aver acquisito il potenziale di rimanere dormienti su scale temporali geologiche.

Fonte