È la data che segna il momento in cui la domanda dell’umanità supera ciò che la Terra può rigenerare, in termini di risorse e servizi ecologici. Quest’anno cade il 29 luglio.

L’Earth Overshoot Day corrisponde al giorno ultimo di ogni anno in cui la domanda dell’umanità supera ciò che il nostro pianeta può rigenerare, in termini di risorse ecologiche. Il problema è che questa data cambia di anno in anno e che, anzi, anticipa sempre di più. Quest’anno cade di 29 luglio, ma cerchiamo di capire il suo significato.

Il giorno del sovra sfruttamento della Terra

La Terra è in sovraccarico e di questo ne siamo un po’ tutti a conoscenza. Come se non bastasse, i cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova questa estate 2021, con alluvioni sempre più frequenti, episodi di grandine, incendi boschivi e uno scombussolamento generale delle temperature che non fa altro che preoccupare gli esperti. Se oggi, 29 luglio 2021, “festeggiamo” l’Earth Overshoot Day, significa che tutto quello che prenderemo dalla nostra madre Terra, da qui al 31 dicembre, sarà in deficit. In un comunicato il WWF dice che “l’umanità attualmente usa il 74% in più delle risorse che tutti gli ecosistemi del pianeta sono in grado di rigenerare”. Paradossalmente, possiamo affermare di consumare quasi due Terre l’anno.

Il numero di Terre che consumiamo in un anno. Credit: data.footprintnetwork

Come si calcola l’Earth Overshoot Day

Il Global Footprint Network è un’organizzazione di ricerca che ogni anno monitora l’impatto ecologico dell’uomo. I suoi calcoli si basano su una serie di fattori e su alcuni report di altre agenzie internazionali che operano in questo settore. Un esempio? Per dire che il 29 luglio è il giorno del sovraccarico del pianeta, sono stati valutati i cambiamenti nelle emissioni di carbonio e nella biocapacità forestale dal primo gennaio in poi. I ricercatori hanno concluso che c’è stato un aumento del 6,6% dell’impronta ecologica globale, rispetto allo scorso anno.

La deforestazione e il degrado dell’Amazzonia, poi, sono altri due elementi che incidono parecchio e che vengono tenuti sotto stretta sorveglianza dall’organizzazione. E nonostante i vari blocchi aerei provocati dalla pandemia da Covid-19, le emissioni sono aumentate di nuovo durante la seconda metà del 2020. A fine anno erano solo il 5,8% in meno rispetto a quelle del 2019, ma saranno un 6,6% in più alla fine del 2021, rispetto all’anno precedente.

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